Cosa ci dicono le parole di Gino Cecchettin e quelle del ministro Valditara
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Questa è la storia di un uomo comune, Gino Cecchettin, che poteva lasciarsi trasportare dall’odio, e forse nessuno lo avrebbe potuto biasimare, e che invece ha scelto “di diffondere amore nel proprio ecosistema”. Nella nostra società, che ne ha tanto bisogno. Ed è anche la storia di un uomo non comune, Giuseppe Valditara, un ministro della Repubblica, che invece ha scelto di fare il contrario. Una tragedia in tre atti, con sullo sfondo il ricordo di Giulia, la figlia di Gino, vittima di un femminicidio che a volte sembra aver cambiato la percezione dell’urgenza di combattere la violenza di genere (LifeGate)
Ne parlano anche altre testate
“È stato il vostro bravo ragazzo”, è la frase che il 18 novembre di un anno fa, nel giorno del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, sua sorella Elena rilanciò sui social. Assieme a un’altra: “Bruceremo tutto”. (la Repubblica)
Poi il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara si è spinto a dire che «l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qualche modo discendenti da un immigrazione illegale». (La Stampa)
Per un anno intero, dai giorni di quel terribile novembre in cui sua figlia Giulia è stata uccisa da chi pretendeva di amarla, Gino Cecchettin è stato capace di abbandonare la via dell’odio e della polemica e ha cercato di trovare nell’orrore lo spunto di qualcosa di costruttivo, dio sa con quale forza interiore. (Il Mattino di Padova)
Difficile dare torto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a proposito del delitto di Giulia Cecchettin. (La Verità)
"La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. (Sky Tg24 )
Una cosa sono i titoli di certa stampa, un'altra le parole che il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha pronunciato realmente in occasione della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin: «Abbiamo di fronte due strade: una concreta, ispirata ai valori costituzionali. (il Giornale)