«Io malato e pentito»: Il bancario «spione» e la difesa in extremis prima del licenziamento

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Corriere Roma INTERNO

Prima s’è rivolto a un dottore che gli ha prescritto una medicina, «una leggera terapia farmacologica che mi aiutasse a stare più tranquillo e facesse da freno a questa mia «compulsività» nell’effettuare nell’arco della giornata lavorativa, seppure per pochi secondi, queste attività di inquiry (ricerche di dati, ndr) non sempre legate all’attività lavorativa specifica». Poi s’è rivolto a uno psicologo: «Non nego che è stato molto difficile tenere a freno questa mia curiosità/compulsività». (Corriere Roma)

Su altre testate

Chi è e cosa faceva l'ex dipendente di banca licenziato per aver spiato i conti della premier e della sorella (AGI - Agenzia Italia)

"Intesa Sanpaolo (LA STAMPA Finanza)

Un portavoce di Intesa Sanpaolo rispetto a notizie di stampa precisa che la Banca non ha ricevuto alcuna comunicazione dall’autorità giudiziaria e sottolinea che la Banca ha potuto procedere con la notifica presso l’Autorità per la Privacy e la denuncia presso la Procura di Bari come parte lesa nei tempi resi possibili da un processo esteso e accurato, volto alla ricostruzione di quanto avvenuto. (Il Friuli)

Conti spiati, indagata banca Intesa. E i correntisti valutano cause e richieste di risarcimenti

Se infatti si stesse riferendo a chi vuole mandarla via da Palazzo Chigi e sostituirla con un altro governo, la premier non userebbe espressioni, cito testualmente, “In Italia esistono gruppi di pressione che non accettano che al governo ci sia qualcuno che non si fa ricattare”, né avrebbe detto in tempi non sospetti quando non era ancora diventata primo ministro che lei non è ricattabile. (Corriere TV)

“Ci sono diverse nuvole nel cielo”, sottolinea il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, in un’intervista alla Verità. “In pochi giorni – rimarca – un hacker penetra nel sito del Ministero di Giustizia, un funzionario dello Stato crea dossier prevalentemente contro personaggi di centrodestra, e poi oggi il caso Coviello. (L'Opinione delle Libertà)

La Banca, per gli inquirenti, avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. L'istituto, secondo i pm, non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi. (L'Unione Sarda.it)