Anche Mario Draghi zittisce i gufi anti-Trump
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Sandro Iacometti 09 novembre 2024 Chissà se qualcuno ieri ha applaudito Mario Draghi, come accadeva spesso qualche anno fa in Italia, quando ha detto che sicuramente «la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa». Ma «non necessariamente tutto in senso negativo». Chissà se qualcuno prima o poi si renderà conto che a bloccare le iniziative comuni della Ue per rilanciare la competitività e difendere le sue imprese non sono i sovranisti o Viktor Orban, perennemente sotto accusa e con margini di manovra assai ristretti, ma i socialisti di Olaf Scholz o i “liberali” (si fa per dire) di Emmanuel Macron, che hanno finora regnato sul Vecchio Continente. (Liberoquotidiano.it)
Ne parlano anche altre testate
Per l’Unione Europea è arrivato il momento del “reality check” e non di certo inatteso. La vittoria netta di Donald Trump alle elezioni negli Stati Uniti pone Bruxelles dinnanzi alla necessità di reagire per non subire un declino irreversibile sul piano economico e geopolitico. (InvestireOggi.it)
“Di fronte alle nuove realtà geopolitiche e alle sfide economiche e demografiche, noi, leader dell’Unione europea, siamo determinati a garantire la nostra comune prosperità economica, a rafforzare la nostra competitività, a rendere l’Ue il primo continente al mondo a impatto climatico zero e a garantire la sovranità, la sicurezza, la resilienza e l’influenza globale dell’Ue”, recita la dichiarazione, in cui vengono citati i rapporti “Molto più di un mercato” di Enrico Letta e “Il futuro della competitività europea” di Mario Draghi, come “una base solida base su cui porteremo avanti con ambizione il nostro lavoro”. (Agenzia askanews)
Il 7-8 novembre, i nostri leader europei si sono riuniti a Budapest per discutere e adottare un atto di primo piano del semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione affidato al presidente ungherese Viktor Orban (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile)
La sua soluzione è partecipare alla politica di potenza rompendo il metodo dell’unanimità che ha spinto l’Ue a «posporre le decisioni per aspettare un consenso che non è venuto. (il manifesto)
Budapest, 8 nov. Colmare il divario nell'innovazione, semplificazione delle norme per le imprese e investimenti, pubblici e privati, abbattimento delle barriere interne ancora esistenti nel mercato unico, sostegno all'industria per la decarbonizzazione, digitalizzazione e sicurezza strategica nelle catene del valore. (il Dolomiti)
“Il videomessaggio di Trump non c’è stato, ma se ci fosse domani non sarebbe una tragedia”, dice Charles Michel ai giornalisti nella tarda serata di giovedì, dopo la cena in cui i leader europei cominciano a mettere a fuoco la nuova vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa, intorno al tavolo allestito dal padrone di casa Viktor Orbàn nella sede del Pa… (L'HuffPost)