Indennizzi o rivalutazioni. Balneari, sindacati a Roma
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Ancora non è arrivata la bella stagione, ma le spiagge italiane sono sempre più calde. Il calore ovviamente non lo sentono i turisti, ma i proprietari degli stabilimenti balneari si. Questi infatti sono giorni in cui si decide il futuro dei bagni al mare, in previsione dell’evidenza pubblica delle attuali concessioni che scadono tra due anni. L’applicazione della direttiva Bolkestein è data ormai per scontata, quindi i Comuni dovranno pubblicare i bandi. (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Si è tenuto il 20 marzo a Roma, presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il secondo confronto con il ministro Matteo Salvini del Tavolo consultivo in materia di concessioni demaniali marittime sulla bozza del Decreto interministeriale sugli indennizzi ai concessionari uscenti. (Confartigianato)
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere osservazioni, indicazioni e proposte utili alla definizione delle esigenze di servizio pubblico nei collegamenti marittimi da, per e tra le isole maggiori. (SARdies.it)
L’incontro ha avuto l’obiettivo di esaminare le proposte emerse durante la consultazione, prendendo in considerazione le osservazioni della Commissione Ue. Il 20 marzo, i rappresentanti dei balneari si sono incontrati con il ministro Matteo Salvini per discutere il decreto sugli indennizzi destinati ai concessionari uscenti, in vista dei bandi di gara. (GiornaleSM)
Le concessioni demaniali marittime continuano a essere una grana irrisolta tra Roma e Bruxelles. Mentre la stagione estiva dovrebbe già essere in fase di progettazione, i balneari si ritrovano ancora una volta senza certezze. (QuiFinanza)
Salvini: Balneari? "L'Europa vuole correre sulla svendita delle spiagge" 20 marzo 2025 (Il Sole 24 ORE)
L’assegnazione delle nuove concessioni demaniali marittime secondo le regole contenute nel Decreto-Legge 131/2024 solleva un tema cruciale: la dimensione delle concessioni da mettere a gara. Se da un lato un’eccessiva frammentazione potrebbe penalizzare gli investitori con una visione di sviluppo a lungo termine, dall’altro l’accorpamento di più lotti in concessioni più grandi rischia di escludere le realtà locali, limitando la concorrenza e la diversificazione dell’offerta turistica. (Appalti e Contratti)