Stellantis e Leapmotor potrebbero rinunciare alla produzione di un secondo modello in Polonia

Stellantis e Leapmotor potrebbero rinunciare alla produzione di un secondo modello in Polonia
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ClubAlfa.it ECONOMIA

Stellantis e il suo partner cinese, Leapmotor, avrebbero deciso di non proseguire con il progetto di produrre un secondo veicolo elettrico presso lo stabilimento di Tychy, in Polonia, come riportano fonti informate. Al contrario, i due partner starebbero considerando come possibili alternative per la produzione del crossover elettrico B10 lo stabilimento Opel di Eisenach in Germania, e quello di Trnava, in Slovacchia (ClubAlfa.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ed è una decisione indirizzata dalle politiche in atto a Pechino, quale forma di reazione nei confronti dei Paesi che hanno votato favorevolmente alla conferma dei dazi sulle auto elettriche cinesi. (Auto.it)

Le case automobilistiche cinesi stanno riorganizzando la produzione in Europa a seguito dei dazi imposti sulle auto elettriche importate dalla Cina. Leapmotor, che già produce la T03 nello stabilimento Stellantis di Tychy in Polonia, sta valutando dove assemblare il nuovo modello B10 (Tom's Hardware Italia)

Tuttavia, i nuovi dazi europei sui modelli della Repubblica Popolare complicano i piani, aumentando le spese e riducendo la competitività dei prodotti sul mercato. È un anno complicato per Stellantis e l’intero settore automotive. (Virgilio)

La ritorsione della Cina per i dazi stravolge i piani di Stellantis-Leapmotor: stop al suv elettrico in Polonia. Ecco dove verrà prodotto

Come sappiamo, i primi modelli del marchio cinese di cui il Gruppo automobilistico ha acquisito una quota sono da poco arrivati sulle strade del Vecchio Continente. I dazi sulle auto elettriche cinesi rischiano di complicare il piano di crescita di Leapmotor in Europa che Stellantis sta portando avanti. (HDmotori)

Le persone impiegate salgono a 35. La struttura è energicamente autosufficiente – Centinaia di persone al taglio del nastro insieme agli assessori Casi, Manneschi e Merelli (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Dopo la mossa di Bruxelles, infatti, il governo cinese ha vietato alle sue case automobilistiche di investire nei Paesi europei che hanno votato a favore dei dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinesi, imponendo nuove tariffe fino al 45%. (Il Fatto Quotidiano)