Audi, un 2024 tra luci e ombre. Con il nuovo piano investimenti per 8 miliardi in Germania
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Come gli altri rivali tedeschi, anche Audi ha archiviato il 2024 con un bilancio con diversi segni “-”, incluso quello che precede il premio per i dipendenti, che sarà comunque di 5.310 euro. Per il 2025 c’è un prudente ottimismo circa il recupero di fatturato e margini grazie al “portafoglio di prodotti più giovane sul mercato premium” promesso entro la fine dell’anno. Nel 2025 debutterano le nuove generazioni di A6 (la declinazione Avant è già stata presentata) e Q3, il cui esordio avverrà nel corso dell’estate. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri media
Audi: i risultati finanziari del 2024 sono solidi “Navighiamo in acque agitate con una bussola chiara,” afferma Gernot Döllner, CEO di Audi, sottolineando come l’azienda stia trasformando le sfide economiche e competitive in opportunità di rinnovamento. (ClubAlfa.it)
I licenziamenti di Audi riguarderanno i settori amministrativi e i dipartimenti dedicati allo sviluppo e dovrebbero consentire alla casa di Ingolstadt di risparmiare fino a un miliardo di euro all'anno nel medio periodo. (HDmotori)
Questa operazione fa parte di un programma di risparmio da 1 miliardo di euro all'anno, volto a rendere il marchio più competitivo e agile. Audi, marchio del gruppo Volkswagen, ha annunciato il taglio fino a 7.500 posti di lavoro in Germania entro il 2029, concentrandosi sulle aree amministrative e di sviluppo. (Automoto.it)
I ricavi sono lievitati del 16,2% a quasi 3,1 miliardi con un risultato operativo aumentato del 15,5% a 835 milioni e un margine del 27%, in linea con quello del 2023. (La Stampa)
Sceglie parole chiare il Ceo Audi AG nel presentare i dati di un bilancio 2024 interessato in modo inequivocabile dalle conseguenze sul mercato del lusso che arrivano dagli scenari geopolitici e dalle normative dirette alla transizione energetica. (La Gazzetta dello Sport)
L’instabilità che regna nel comparto automotive finisce di pesare come un macigno sui conti delle case automobilistiche. Pesano sui bilanci una domanda ancora poco soddisfacente in Europa e l’alta concorrenza, ormai realtà, dei brand cinesi sempre più agguerriti. (la Repubblica)