Tutti gli affari degli ultrà di Inter e Milan: dalle partite ai concerti

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L'inchiesta della procura di Milano che ha portato all'arresto di 19 capi ultrà di Inter e Milan e all'iscrizione nel registro di 40 persone, in tutto ha svelato un sistema di controllo da parte del tifo organizzato delle due squadre di tutte le attività collaterali, e in parte anche dirette, legate agli eventi che si svolgono allo Stadio di San Siro. Non solo parcheggi, bar e vendita di merchandise dei due club, ma anche bagarinaggio di biglietti e abbonamenti alle partite tra le accuse mosse dagli inquirenti. (QuiFinanza)

Su altri media

Che hanno portato l’Inter a cedere alle «pressioni» degli ultrà se non «di fatto» a «finanziare» i protagonisti del tifo violento. Impegnati incessantemente a trattare e minacciare al fine di avere più biglietti da smerciare a prezzi folli, o di entrare a San Siro come fosse il salotto di casa, o di fare affari grazie a tutto ciò che gira attorno al pallone. (La Repubblica)

Ma l’opera dei pm deve aprire una riflessione più ampia. L’inchiesta della Procura di Milano che ha decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan fa discutere tifosi, politici, addetti ai lavori. (LA NOTIZIA)

Sono ore calde in quel di Milano: un gruppo di ultras di Inter e Milan è stato bloccato e posto sotto misura cautelare a causa di varie accuse, come associazione a delinquere, (Spazio Inter)

Ultras Inter e Milan, cosa c'entrano Fedez, Emis Killa e Lazza? Dallo stadio agli yacht, i rapper ascensore sociale per i boss delle Curve

Dopo l’addio a Stefano Pioli, con «l’incubo» Julen Lopetegui che sembrava materializzarsi (e spinse la Curva Sud a un duro comunicato contro le decisioni del Milan), gli ultras rossoneri hanno sperato nell’ingaggio di Antonio Conte. (Corriere della Sera)

Lo scrive la Procura di Milano nella richiesta di custodia cautelare relativa ai 19 arresti, nella quale indica anche tutti i punti che hanno portato all’apertura di un procedimento di prevenzione per il club, così come per il Milan. (Calcio e Finanza)

ROMA «Il rap è l'unico ascensore sociale che funziona bene in Italia», ha detto recentemente Paola Zukar, la “signora del rap italiano”, manager dietro ai successi di giganti del genere come Fabri Fibra e Marracash, che pure nella vicenda dell’inchiesta milanese sugli ultrà delle curve non c’entrano nulla. (ilmattino.it)