Salvini invoca le carriere separate per i magistrati. E sul Viminale: non torno, per ora

Salvini invoca le carriere separate per i magistrati. E sul Viminale: non torno, per ora
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la Repubblica INTERNO

Sceglie Largo Argentina, nel cuore di Roma, e un sabato di shopping natalizio. Matteo Salvini, per la sua prima uscita pubblica dopo l’assoluzione sul caso Open Arms, che lo ha visto imputato per sequestro di migranti, si aspettava forse un bagno di folla. In realtà ieri pomeriggio, ad attenderlo sotto un gazebo, c’erano una trentina di militanti. Da qui il leader leghista rilancia la sua battagl… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

E giù una sequela di commenti compiaciuti per l’operato della magistratura. " notizia", si congratula la premier Giorgia Meloni: "Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ma questo signor Salvini, che imperversa da circa trent’anni e che da trent’anni occupa il potere ai vari livelli, non è mai pervenuto come ministro. Oggi all’Italia più che un ministro in carcere, (non avendo i giudici ravvisato reati), servirebbe un ministro capace, competente. (LaC news24)

È il suo uno dei primi numeri a comparire sullo schermo del leader leghista, mentre nell’aula bunker di Palermo sono già partiti gli abbracci e le lacrime di Francesca Verdini. Un processo “politico”, montato su accuse “assurde”. (ilmessaggero.it)

Open Arms, Salvini assolto dall’accusa di sequestro di persona. Il tribunale: il fatto non sussiste

La formula scelta dal tribunale per assolvere l’imputato Matteo Salvini — «perché il fatto non sussiste» — consente di dire, in attesa delle motivazioni, che i giudici hanno sposato la tesi dell’avvocata-senatrice Giulia Bongiorno. (Corriere Roma)

Ma se si è svolto non è interamente colpa della magis... (La Verità)

«In nome del popolo italiano — scandisce il presidente Roberto Murgia — il tribunale di Palermo assolve Salvini Matteo dai reati ascritti perché il fatto non sussiste». Qualche banco più indietro, piange anche un’altra … (La Repubblica)