Le terme De Montel inaugurate dopo tre anni di lavori

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TGR Lombardia INTERNO

A un passo da San Siro, le ex-scuderie De Montel, progettate negli anni venti a Milano, diventano un grande parco termale, con acqua prelevata a 400 metri di profondità. Per recuperare gli edifici liberty, ci sono voluti tre anni di lavori: 16mila metri quadrati di cui 6mila al coperto, dieci piscine, una capienza fino a 700 persone. L'operazione, costata 57 milioni di euro, è nata grazie al bando "reinventing cities" ed è stata finanziata da fondi privati. (TGR Lombardia)

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Il piano industriale prevede il break even già nel nel 2025 sotto la guida di Massimo Caputi. In raccolta il nuovo fondo di Azimut dedicato al private equity  (Milano Finanza)

L’apertura ufficiale al pubblico si terrà martedì 1 aprile 2025. Mercoledì 26 marzo 2025 Milano ha assistito all’inaugurazione del nuovissimo parco termale urbano in zona San Siro, il De Montel, classificato come il più grande in tutta Europa, con oltre 16.000 mq di superficie. (MAM-e)

Milano – All’interno, a un certo punto, ci si imbatte in una sala relax chiusa da una grande porta di legno e chiamata “La stalla”. Poco più di cento anni dopo la realizzazione di quelle scuderie in stile liberty, fatte costruite dal nobile banchiere Giuseppe De Montel, lo storico immobile si è trasformato nelle Terme Milano De Montel, che apriranno ufficialmente al pubblico martedì 1° aprile. (IL GIORNO)

Il complesso diventa il più grande parco termale urbano naturale d'Europa, con una superficie totale di oltre 16.000 metri quadrati, di cui 6.000 coperti e 10.000 all'aperto tra corte e aree verdi. (IL GIORNO)

Le ex Scuderie De Montel del 1921, esempio di architettura Liberty nel cuore di San Siro, diventano oggi il più grande parco termale urbano d’Europa, con oltre 16.000 metri quadrati di superficie (6mila mq al coperto e 10mila mq all’aperto) e 10 piscine. (Agenzia askanews)

Della blasonata scuderia del «dendissimo Beppino», come gli amici chiamavano il nobil uomo Giuseppe De Montel, non è rimasta solo una porta originale anni Venti delle vecchie stalle che lui aveva voluto per i suoi purosangue, affidando il progetto agli architetti Arrigo Cantoni e Paul Vietti Violi, gli stessi che realizzano in quegli anni l'ippodromo milanese e che la Sovrintendenza ha voluto mantenere. (il Giornale)