A Gaza è genocidio. Lo dice il Trattato Onu ratificato da Israele

A Gaza è genocidio. Lo dice il Trattato Onu ratificato da Israele
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Inside Over ESTERI

Appena trenta giorni dopo il 7 ottobre 2023, Time Magazine ha pubblicato un articolo dal titolo: Quello che sta succedendo a Gaza è un genocidio? Gli esperti stanno valutando. In quel periodo, il numero di morti in Gaza cresceva in maniera esponenziale e nei primi giorni di novembre il bilancio parlava di oltre 20.000 morti sotto le macerie. Un anno (Inside Over)

La notizia riportata su altre testate

Il quesito del pontefice nella sua cauta e soppesata formulazione non si espone all’insidia della sovrapposizione del piano giuridico con quello politico e morale. (Gariwo, la foresta dei Giusti)

Recentemente gli editor dell’enciclopedia online hanno aggiunto un voce: “Gaza genocide“. Si legge, nella descrizione di questa pagina: «Israele è stata accusata da esperti, governi, agenzie Onu e organizzazioni non governative di aver perpetrato il genocidio del popolo palestinese durante l’invasione e il bombardamento di Gaza. (Rivista Studio)

Cosa è successo? Non sui campi di battaglia di Gaza e del Libano, ma nelle sedi delle Nazioni Unite, è stata di colpo ribaltata la narrazione prevalente del conflitto mediorientale: i morti palestinesi non sono 42.200, ma 8.119, ultima stima accertata riguardo alle operazioni dal 1 novembre 2023 al 30 aprile 2024. (Nicola Porro)

A Gaza è genocidio? L'interrogativo di Papa Francesco che dovrebbe infiammare il dibattito

Di fronte alle tragedie del Medio Oriente, il Papa non si nasconde dietro formule diplomatiche. (BlogSicilia.it)

Di Iuri Maria Prado Contrordine compagni: dalla “anatomia” del genocidio alla “possibilità” (forse, chissà) di un genocidio Su Gaza persino l’Onu rivede i numeri, anche perché la popolazione cresce (stando ai dati di Hamas) (israele.net)

«Le parole del Papa sono insidiose, perché legittimano una propaganda anti-israeliana basata su una campagna d’odio che ha effetti reali sull’aumento dell’antisemitismo». (La Stampa)