La fabbrica della morte a Ercolano intestata a una 13enne. Resta l’allarme-scoppi, evacuate dieci famiglie
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La fabbrica della morte a Ercolano intestata a una 13enne. Resta l’allarme-scoppi, evacuate dieci famiglie Recuperati i corpi delle due sorelle uccise nell'esplosione metropolisweb Ercolano. è intestato a una tredicenne l’immobile andato in frantumi in via Patacca a Ercolano, dove era stata allestita una fabbrica di fuochi di artificio illegale: il reale proprietario è il padre della bambina – un napoletano di 38 anni – denunciato a piede libero. (Metropolisweb)
Ne parlano anche altre fonti
– L’edificio di Ercolano che ospitava la fabbrica di fuochi d’artificio abusiva, andata in frantumi ieri, apparteneva legalmente a una tredicenne: il proprietario reale era però il padre di 38 anni, denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e per detenzione illecita di materiale esplodente. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Secondo quanto si è appreso l'onda d'urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell'esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico. (Tiscali Notizie)
ERCOLANO. È stato denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo, detenzione illecita materiale esplodente l'uomo di 38 anni che e' il reale proprietari del fabbricato di via Patacca 94 a Ercolano in cui era stata allestita una fabbrica clandestina di 'botti' esploso ieri intorno alle 15. (ROMA on line)
È la fine che fanno ogni giorno troppi lavoratori e troppe lavoratrici. In Campania dall’inizio dell’anno siamo a 67 lavoratori morti sui posti di lavoro, 31 tra Napoli e provincia. Un trend in crescita rispetto ai già pessimi risultati dell’anno precedente. (Il Fatto Quotidiano)
Un immobile intestato a una bambina di 13 anni, che ovviamente non è responsabile della tragedia di Ercolano. Sotto inchiesta dunque il proprietario di fatto dell’immobile, mentre verifiche sono indirizzate anche nei confronti della compagna. (ilmattino.it)
L’esplosione di lunedì nella fabbrica clandestina di fuochi d’artificio a Ercolano, dove le due gemelle avevano appena iniziato a lavorare, le ha rese qualcosa che non è giusto raccontare. Non ci sono volti da riconoscere, guance da baciare, occhi da socchiudere con quel gesto lieve della mano che serve a illudersi di dare serenità all’espressione di chi se n’è andato ma è anche un modo per fare un’ultima carezza. (Corriere della Sera)