“Il sogno” di Benigni: una efficace divulgazione
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Da un punto di vista strettamente televisivo Il sogno di Roberto Benigni (mercoledì sera su Rai 1 e ora su RaiPlay) è di una semplicità disarmante: una sola persona in scena in abito scuro e camicia sbottonata; poche inquadrature sotto la sapiente regia di Stefano Vicario che alterna figura intera, mezzo busto, rari primi piani e breve carrellata sulla platea; scenografia in legno, bella ma essenziale, firmata da Chiara Castelli; luci efficaci senza effetti particolari; solita marcetta iniziale sulle note di Nicola Piovani; una brevissima anteprima registrata (si veda la diversa microfonatura); infine, due ore e un quarto di diretta senza stacchi né interruzioni pubblicitarie; primi quindici minuti di monologo comico secondo tradizione e poi 120 di orazione civile sull’Europa, la guerra e la pace. (Avvenire)
Su altri media
Se voleva radunare lo share degli “europeisti estremisti” (autodefinizione sua) e tenerli incollati fino al termine della concione, ci è riuscito con la tecnica degli oratori funebri: farli appisolare. (Inside Over)
Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, contro lo show di mercoledì su Rai1: «Ma non era TeleMeloni?» (Open)
I sogni sono desideri cantava la Cenerentola di Walt Disney e il desiderio più grande è che le coincidenze, con tempismo magistrale, facciano il loro corso. (Corriere della Sera)
Venerdì ora di pranzo, bar diverso: «Come ci si iscrive a RaiPlay, voglio far risentire Benigni ai miei studenti?». «Mi ricordavo di Ventotene solo per il film di Virzì», diceva un signore, «poi nella stessa giornata sono arrivati Meloni e imbattibile Benigni». (Vanity Fair Italia)
/03/2025 12:20:00 (Tp24)
Roberto Benigni non fa ridere sul Manifesto di Ventotene (Start Magazine)