Usa, Sangiuliano “Trump più forte di prima, elite slegate dalla realtà”
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La nuova vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti "nessuno di noi la immaginava dopo i fatti del gennaio 2021, con l'assalto a Capitol Hill. Nessuno avrebbe immaginato questa traversata che lo ha portato a vincere e in maniera così netta. E' ritornato alla Casa Bianca, e al di là di come la si pensi sul personaggio, è un caso di studio storico". Lo afferma Gennaro Sangiuliano, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell'agenzia Italpress (Tiscali Notizie)
Su altre testate
Caro Avvenire, mi sento sollevata dalla vittoria di Donald Trump perché credo che significhi molto in termini di opposizione al politicamente corretto e alle élite globaliste che ostacolano il “free speech” in Occidente (alcuni professori dell'Università di Harvard hanno sospeso un giorno le lezioni per far digerire l'esito elettorale agli studenti). (Avvenire)
E lo ha fatto in Europa. L'elezione di Donald Trump ha fatto fiorire molte ipotesi su come gli Stati Uniti cambieranno la propria posizione sui temi dei commerci mondiali e delle due guerre in corso. (il Giornale)
Cooperare con Donald Trump: missione possibile per l'Europa, ma con tante incognite. È il tema al centro del podcast dell'agenzia Dire, che affronta, con il parere di due esperti, le relazioni transatlantiche, anche alla luce del dossier Ucraina Cooperare con Donald Trump. (Dire)
Sul fatto che le follie del politicamente corretto abbiano aiutato Trump, in questa elezione come in quella del 2016, quasi tutti convengono. Meno chiaro, invece, è quali lezioni, dalla vittoria di Trump e dalla sconfitta di Harris, possano trarre la sinistra e la destra in Europa. (Start Magazine)
La vittoria schiacciante riportata da Donald Trump nelle elezioni presidenziali della scorsa settimana non è stata una sorpresa per nessuno. Il 45° e futuro 47° presidente degli Stati Uniti ha calvalcato quella stessa ondata di protesta contro il governo in carica che ha penalizzato quasi tutti i partiti al potere nel 2024. (Corriere della Sera)
Da una parte c’è l’Europa, che a giugno ha rinnovato il suo Parlamento a 27 Stati, e cinque mesi dopo fatica a imboccare una strada chiara in grado di garantirle un futuro all’altezza della sua storia: le capitali del Vecchio continente parlano ciascuna una lingua diversa e Bruxelles non riesce a fare sintesi, dilaniandosi in lotte fratricide tra socialisti e popolari. (Avvenire)