L’addio a Paolo Benvegnù, numerosi i ricordi valtellinesi
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Poeta e cantautore finissimo, persona di splendente umanità e cortesia. Paolo Benvegnù, scomparso improvvisamente a 59 anni, con la sua presenza gentile e la sua qualità artistica ha illuminato diversi momenti valtellinesi che ricordo con affetto e nostalgia. Primo incontro con lui nel 2004, aveva appena pubblicato (dopo l’esperienza con gli Scisma, band seminale degli anni Novanta), il suo primo album “Piccoli Fragilissimi Film” ed era venuto a presentarlo in concerto al Teatro Frassati di Regoledo, invitato da Quadrato Magico (La Provincia Unica TV)
Su altre fonti
In maniera improvvisa, quasi beffarda, l’ultimo giorno dell’anno si è portato via il cantautore e chitarrista Paolo Benvegnù, una personalità di straordinaria caratura umana e artistica che negli ultimi tre decenni ha contribuito a fornire preziosi impulsi vitali all’intero panorama musicale italiano contemporaneo. (TTV.it)
Da stamane, la salma del musicista - che proprio nel 2024 aveva vinto la Targa Tenco - riposa nella camera ardente degli Spedali Civili di Brescia: qui sarà possibile salutarlo, entro le ore 18 sia di mercoledì 1 sia di giovedì 2 gennaio. (Corriere della Sera)
Indie-eye nel 2009 collaborò con lui e la sua band per la realizzazione di un video live filmato a porte chiuse e realizzato per la promozione dell’EP “500“, successivamente reso disponibile in rete. Paolo Benvegnù è morto oggi 31 dicembre 2024 a soli 59 anni. (Indie-eye)
Ma perché? Non ci voleva questa notizia giunta all’improvviso alla fine di un anno già molto difficile. È morto un poeta. E, come diceva Moravia, nell’orazione per Pasolini “di poeti non ce ne sono tanti” perché “il poeta dovrebbe essere sacro”. (la Repubblica)
(Adnkronos) – E’ una grande festa anni ’90, un karaoke generazionale, con brani che coprono oltre 30 anni di musica. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Era un esponente della musica “indie”, sganciato dalle logiche del mercato discografico, uno dei pochi poeti della canzone italiana rimasti sulla piazza, capace di non essere risucchiato dalle multinazionali della musica. (Avvenire)