Corte dei Conti, magistrati: riforma rischia di depotenziare controlli su equilibrio finanziario statale

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Finanza Repubblica INTERNO

L'Associazione Magistrati della Corte dei Conti ha chiesto ai Presidenti di Senato e Camera di fare in modo che la riforma della Corte dei Conti proceda con un percorso condiviso e assicuri sempre di più un efficace controllo su come vengono spesi i soldi dei cittadini. Nel corso di conferenza stampa l'Associazione ha avvertito che la riforma ora all'esame della Camera "rischia di cancellare un presidio fondamentale di controllo sull'utilizzo dei fondi pubblici". (Finanza Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

GIUSTIZIA, L’ALLARME DEI MAGISTRATI CONTABILI SULLA RIFORMA DELLA CORTE DEI CONTI: “PROCURE REGIONALI COME INVOLUCRI VUOTI, COMPROMESSA L’AUTONOMIA E L’EFFICIENZA”. Stavolta nel mirino c’è la Corte … (Il Fatto Quotidiano)

Il salvacondotto approvato alla Camera dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia nella riforma della Corte dei conti apre un ombrello generalizzato per i politici, a partire da sindaci, presidenti, assessori e consiglieri regionali e locali. (Il Sole 24 ORE)

“Una riforma che a parole vorrebbe aumentare il rendimento e la produttività della Corte dei Conti”, ma che invece porta “a un depotenziamento dei controlli sull’equilibrio finanziario dello Stato e degli enti territoriali, secondo i principi di legalità, efficienza ed economicità”. (LA NOTIZIA)

Non saranno più punibili per danno alle casse dello Stato, tranne che si provi il “dolo”. Un salvacondotto erariale per i politici a qualsiasi livello, a partire dagli amministratori locali, che si salveranno in base al principio della cosiddetta “buona fede”. (Il Fatto Quotidiano)

I magistrati della Corte dei Conti protestano contro la riforma della giustizia contabile proposta dal centrodestra con la legge Foti. E si appellano direttamente ai presidenti di Camera e Senato perché promuovano un percorso condiviso, senza forzature. (Il Fatto Quotidiano)

Nella riforma della Corte dei conti entra anche il salvacondotto per «i titolari degli organi politici», la cui «buona fede» andrà presunta «fino a prova contraria» nel caso di adozione di atti «proposti, vistati o sottoscritti dai responsabili degli uffici tecnici o amministrativi, in assenza di pareri formali, interni o esterni, di contrario avviso». (Il Sole 24 ORE)