Povero futurismo: è diventato formato famiglia
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Roma. Chissà cosa direbbero Marinetti e compagni. Volevano la rivoluzione e hanno avuto una mostra per famiglie. Il brivido, semmai, sarà la richiesta del ritiro di un’opera di Nanni Balestrini, che nulla ha a che vedere con tutto ciò. Ma andiamo con ordine. No, non preoccupatevi, nessuno ucciderà il chiaro di luna nelle sale della Gnam di Roma. Accorrete, bambine e bambini, ecco l’idrovolante e il side-car, la macchinona rossa e la bicicletta inizio secolo. (la Repubblica)
Ne parlano anche altri giornali
Una guerra scatenata dal presenzialismo capitolino e da due anime, quella statale e quella comunale che se ne restano ben distinte, da sempre avverse politicamente. Oggi è stato il giorno dedicato alla mastodontica mostra “Il tempo del Futurismo” di scena alla Gnam e di cui si parla da circa un anno. (La Stampa)
Inaugura con grande risonanza, dopo una lunga fase di preparazione e molte polemiche, la mostra Il Tempo del Futurismo, voluta dall’ex Ministro Gennaro Sangiuliano e curata da Gabriele Simongini. All’apertura per la stampa erano presenti il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il Presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna e la direttrice della GNAM, Renata Cristina Mazzantini. (ArtsLife)
Stavolta, al doppio lancio (mattina e sera) della rassegna «Il tempo dei futuristi», sempre alla Gnam, Meloni non c’è. Guai a ripetere l’operazione Tolkien. (ilmessaggero.it)
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev "Questa volta non si può dire che non ci abbiate visto arrivare, sebbene preceduti da un po' di sana rissa in galleria, per citare un'importante opera di Boccioni" così il ministro intervenendo all'inaugurazione della mostra sul futurismo alla Galleria d'Arte Moderna di Roma (Il Sole 24 ORE)
L’accesso alla casa, aperta a giugno 2021 per la prima volta dopo 30 anni, è previsto solo con visite guidate acquistando il biglietto online o presso la biglietteria del Maxxi. (Repubblica Roma)
Così tuonava Filippo Tommaso Marinetti nel suo Manifesto del Futurismo, un proclama che non solo ha scardinato il concetto di arte come contemplazione, ma che sembra riecheggiare con prepotenza nelle sale della GNAM di Roma, trasformate in un’agorà contemporanea dove il Futurismo torna a essere la pietra dello scandalo. (ExibArt)