LE PERPLESSITA’ DI BANKITALIA

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Avanti Online ECONOMIA

In oltre cinque ore di audizioni sulla manovra del governo sono emerse le perplessità di Bankitalia a richiamare maggiormente l’attenzione delle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Palazzo Koch avverte infatti che con la revisione Istat il Pil potrebbe fermarsi quest’anno allo 0,8%, due decimi di punto percentuale in meno rispetto a quella soglia psicologica dell’1% fissata dal governo, che sperava di non tornare a parlare di ‘crescita dello zero virgola’. (Avanti Online)

La notizia riportata su altre testate

Intervenuto in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il ministro dell'Economia si è soffermato sul Piano strutturale di bilancio (Psb), il nuovo strumento di finanza pubblica che sostituisce la Nadef e atteso mercoledì 9 ottobre in Parlamento: “La presentazione di questo nuovo documento avviene in un momento caratterizzato da tendenze contrastanti: se da un lato l'andamento delle variabili economiche appare complessivamente in linea con le attese, dall'altro l'allargamento dei conflitti in atto, in particolare nel Medio Oriente sta aumentano ulteriormente l'incertezza che caratterizza lo scenario economico globale” . (il Giornale)

Le guerre aumentano le incertezze sull'andamento dei conti italiani. (Italia Oggi)

Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove ha illustrato il Piano strutturale di Bilancio (Psb). (Today.it)

La crescita che manca ai conti pubblici

Il nuovo strumento di finanza pubblica che sostituisce la Nadef ed è atteso domani in Così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sul Piano strutturale di bilancio. (Secolo d'Italia)

«I conti in corso d'anno mostrano un andamento incoraggiante», ma il programma delineato nel Psb (ovvero nel Piano strutturale di bilancio annunciato dal governo) non è esente da rischi». Principalmente per la crisi economica incombente – che potrebbe ridurre il Pil e di conseguenza le entrate fiscali – e l’effetto sul medio e lungo periodo del taglio delle tasse e degli sgravi sul lavoro (leggi: taglio permanente del cuneo fiscale. (Corriere della Sera)

La crescita sarà dello 0,8%, parola di Banca d’Italia. Troppo poco per rendere coerente il quadro macroeconomico cui ha sempre pensato il Tesoro che scommetteva su un rilancio dell’economia di almeno un punto percentuale (Il Sole 24 ORE)