Il Fatto di Domani del 11 Dicembre 2024
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ESPLOSIONE DELL’IMPIANTO ENI A CALENZANO: “INOSSERVANZA DELLE PROCEDURE”. LA PROCURA INDAGA PER OMICIDIO COLPOSO PLURIMO E SULLE OPERAZIONI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA. Esclusa l’ipotesi di una detonazione causata da esplosivi. Dai primi rilievi tecnici disposti dalla procura di Prato nel deposito Eni di Calenzano, si giunge alla conclusione che non ci sono stati atti di sabotaggio. La procura conferma di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo – sono morte cinque persone – crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri media
L’onda d’urto avrebbe coinvolto circa cento aziende nell’area circostante, distruggendo o danneggiando finestre, portoni e intere pareti. Supera i 3 milioni di euro la prima stima dei danni causati dall'esplosione del deposito Eni di Calenzano, avvenuta lunedì 9 dicembre. (Il Giornale d'Italia)
“Dobbiamo pretendere che vengano risparmiate le vite delle persone, non la manodopera”, ha detto il Sindaco - Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv “Mai accaduto qui a Calenzano un evento così drammatico dal dopoguerra”, così il Sindaco di Calenzano alla manifestazione a Calenzano di Cgil, Csl e Uil dopo la strage. (Corriere TV)
Omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, reati entrambi aggravati dalla violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro; rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro; disastro colposo, come previsto dagli articoli 449 e 434 del codice penale relativo a chi "commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro" sono, per ora, le contestazioni nell'ambito dell'indagine su quanto avvenuto nella mattinata di lunedì 9 dicembre nell'area di carico del deposito di carburanti Eni di Calenzano (Firenze), che ha provocato 5 morti e 26 feriti (di cui 3 ancora in gravi condizioni) diretta dal procuratore Luca Tescaroli. (Adnkronos)
Un’emergenza che non può essere più rimandata e che chiede provvedimenti concreti per fermare la strage infinita. PRATO "Basta morti sul lavoro". (il Resto del Carlino)
Secondo quanto spiegato dallo stesso caposquadra, che si trova ricoverato a Careggi per le ferite riportate, il gruppo — composto da un capocantiere, un amministrativo, un saldatore, un meccanico-autista e un meccanico — stava lavorando con l’aiuto di un bobcat per mettere in sicurezza una linea di erogazione benzina che non veniva più utilizzata da anni. (Corriere Fiorentino)
Nel tragico elenco dei morti ci sono però da aggiungere due tecnici manutentori, i lucani Gerardo Pepe e Franco Cirielli, entrambi di 46 anni, dipendenti della Sergen di Grumento Nova (Potenza), che opera nel settore della manutenzione degli impianti petroliferi. (il manifesto)