Il vertice Ue vota il riarmo ma sui finanziamenti restano le distanze

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Il Sole 24 ORE ESTERI

Il Libro Bianco con «l’orizzonte 2030», da una parte, e il ReArm Europe dall’altra - e i 27, per la prima volta, ne possono discutere in modo organico con le carte sul tavolo. Le posizioni d’ingresso però sono diverse, a volte divergenti e il negoziato deve ancora entrare nel vivo. Partiamo da ciò che unisce. Nelle bozze di conclusione i 27 - c’è anche l’Ungheria di Viktor Orban è nella partita - invitano «ad accelerare i lavori su tutti i fronti per aumentare in modo decisivo la prontezza di difesa dell’Europa entro i prossimi cinque anni». (Il Sole 24 ORE)

Su altri media

Nel 2025, il budget americano della difesa è di 849,8 miliardi di dollari, quasi tre volte e mezzo quello della Cina (246 miliardi), e quasi sette volte quello della Russia (126 miliardi). I paesi dell’Ue hanno speso, solo nel 2024, 355 miliardi di dollari in armi, quasi il triplo della Russia, a cui si aggiungono le spese del Regno Unito (77,4 miliardi di dollari nel 2025). (Il Fatto Quotidiano)

I 27 capi di Stato e di governo si sono ritrovati a Bruxelles per il Consiglio europeo: Ucraina, competitività, difesa, le questioni sul tavolo. Meloni giocando sulle divergenze dei suoi colleghi europei può rinviare la resa dei conti nella maggioranza (LA NOTIZIA)

Un sì di principio, bilanciato però dai tanti dubbi sui modi con cui rilanciare la difesa dell’Europa. Al Consiglio Europeo di ieri i leader degli Stati membri, tranne l’Ungheria, hanno ribadito il sostegno all’Ucraina e al piano di riarmo di Ursula von der Leyen, già espresso al vertice straordinario del 6 marzo. (Milano Finanza)

"La presidente del Consiglio ha una sua perversa coerenza: crede che l'Unione europea debba essere un'entità economica, sbocco per i prodotti italiani, ma non un soggetto politico": l'ex ministro del Lavoro e della Giustizia Andrea Orlando commenta così l'attacco al Manifesto di Ventotene di Meloni in Parlamento. (la Repubblica)

Prima: sul piano della deterrenza è necessario conquistare la superiorità tecnologica contro qualsiasi possibile avversario perché senza di essa o per lo meno senza la percezione di un costo offensivo troppo alto per un nemico la spesa militare è inutile sul piano geopolitico. (Milano Finanza)

ReArmEu addio, arriva Readiness 2030. La decisione di chiamare il piano da 800 mld di euro (stimati) di investimenti nella difesa comune ReArmEu, riarmare l'Ue, è piaciuta assai poco in alcune capitali, specie nell'Europa Meridionale, tanto che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del gruppo Ecr, e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez hanno entrambi criticato il nome, con una insolita convergenza di opinioni, notata anche dalla stampa spagnola. (La Stampa)