Polveriera mediorientale tra guerra, tregue e accordi. Tajani: "Italia pronta a fare di più: ora e dopo la fine del conflitto"
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La polveriera mediorientale torna a infiammarsi. Dalle strade di Gaza alle alture del Golan, passando per le macerie di Aleppo, il panorama geopolitico si agita sotto tensioni incrociate che minacciano di riscrivere le mappe della regione. Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha ribadito la necessità di «rilanciare il processo politico per una soluzione a due Stati» durante la Conferenza umanitaria per Gaza, un appello che riecheggia il bisogno di stabilità in un contesto che sembra ormai sfuggire al controllo. (Secolo d'Italia)
Ne parlano anche altre testate
Regge davvero la tregua in Libano? Difficile comprendere cosa stia accadendo in queste ore: gli aerei da guerra israeliani starebbero bombardando la periferia della città di Yaroun e la zona di Burghaz, nel Libano meridionale. (il Giornale)
Dopo aver annunciato che sospenderà la consegna di aiuti a Gaza perché è diventata “impossibile” l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha spiegato con un drammatico esempio quanto sia disumana la condizione in cui vivono gli abitanti della Striscia che si trovano senza cibo, senza acqua, senza medicine: in un mese, a novembre, solo 1400 camion di aiuti sono arrivati a Gaza, nulla in confronto a quello che servirebbe. (la Repubblica)
“A seguito delle ripetute violazioni dell’accordo di cessate il fuoco da parte del nemico israeliano” attraverso “spari contro i civili e attacchi aerei su varie aree del Libano che hanno portato al martirio di civili” e in aggiunta alla “continua violazione dello spazio aereo libanese” fino a Beirut, “questa sera abbiamo dato una prima risposta difensiva prendendo di mira il sito delle Idf di Ruwaysat al-Alam sulle colline libanesi occupate di Kfar Shuba“, ha dichiarato il movimento sciita libanese in una nota. (StrettoWeb)
A pochi giorni dall’inizio del cessate il fuoco in Libano, le cancellerie occidentali – in particolare Francia e Stati Uniti – protestano con Tel Aviv che continua con gli attacchi oltre il confine. (Il Fatto Quotidiano)
Lo ha scritto su X il capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini, spiegando che «la strada per uscire da questo valico non è sicura da mesi. L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha sospeso la consegna degli aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, tra Israele e Gaza, dopo che è diventato «impossibile» riuscirvi. (Corriere della Sera)
Per la prima volta, oggi, anche l'organizzazione sciita l'ha interrotta, esplodendo colpi di mortaio contro basi militari israeliane al confine. Per il Pentagono si tratta di “incidenti” che non metterebbero in crisi la tenuta della tregua, ma alcuni media riferiscono che l'esecutivo guidato da Netanyahu avrebbe informato gli USA dell'intenzione di voler attaccare di nuovo dopo i fatti di oggi. (Fanpage.it)