Beppe Grillo cacciato dal M5S: ora il fondatore prepara la guerra legale contro Conte

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Corriere della Sera INTERNO

Una certezza e qualche dubbio. Che l’aria alla Costituente non fosse delle migliori per Beppe Grillo, il fondatore lo aveva capito all’annuncio del raggiungimento del quorum. Così da Marina di Bibbona, dove ha passato le ultime giornate, riflettendo se fare o meno un blitz all’Eur, si è trovato a un bivio: scendere a Roma o risalire nella sua Genova. E il fondatore ha scelto la seconda opzione. «Tanto è tutta una farsa», commenta chi gli è vicino, snocciolando l’unica certezza per Grillo. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

Eppure è proprio così. Non se l’aspettavano. (Il Fatto Quotidiano)

– “Da francescani a gesuiti”: così Beppe Grillo, fondatore e finora garante nazionale del Movimento 5 stelle, ha commentato, con l’ormai consueto metodo del messaggio criptico veicolato con il cambiamento del suo “stato” su whatsapp, gli esiti del “processo costituente” avviato dal leader M5S, Giuseppe Conte. (Agenzia askanews)

Gli iscritti del Movimento 5 stelle hanno deciso: la figura del garante, oggi ricoperta dal fondatore Beppe Grillo, va eliminata. A favore ha votato il 63,24%, contrari il 29,09%, mentre il 7,67% si è astenuto. (Il Fatto Quotidiano)

I Cinquestelle licenziano Grillo, vince Conte: sporchiamoci le mani

Nel momento in cui il notaio, che ha seguito le operazioni di scrutinio, legge il risultato della votazione sulla proposta di «eliminazione del ruolo del garante»: il 63% degli iscritti ha detto sì, va sostituito con un organo collegiale di nuova formazione. (La Stampa)

Conte-Grillo 1-0. Si è chiusa la Costituente del Movimento Cinque Stelle e l’ex premier è uscito trionfante da quello che era considerato da molti un vero e proprio appuntamento con la storia. Gli iscritti alla piattaforma pentastellata hanno votato gli oltre dieci quesiti, tra i quali quelli dirimenti sul futuro del partito di Giuseppe Conte. (Primocanale)

La base del M5S con il 63 per cento di sì fa fuori il garante e fondatore Beppe Grillo, certifica l’identità “progressista indipendente” del partito, dà il via libera all’alleanza con il centro… (la Repubblica)