Fondi e condizioni, quali sono i paletti del piano di Bruxelles per riarmare i 27?
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La Commissione europea ha presentato nei giorni scorsi un piano di riarmo per aiutare gli Stati membri ad aumentare gli investimenti in difesa e in questo modo spingere la crescita dell’industria militare, che si basa sulle commesse pubbliche. L’obiettivo è sviluppare in cinque anni un’industria della difesa continentale più autonoma, colmando le carenze degli arsenali europei in vista del progressivo disimpegno degli Stati Uniti e di un’eventuale aggressione russa. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri media
Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen rispondendo a una domanda sulla possibilità che il nome ReArm Europe venga modificato come chiedono Spagna e Italia. "Il Libro Bianco sulla difesa ha un nome che dice tutto, 'Prontezza 2030'". (il Giornale)
Ovviamente, non c'è solo il finanziamento che include oltre, alla clausola di salvaguardia nazionale, anche l'elemento della sicurezza. Ma l'ambito è più ampio: finanziamo ad esempio, le priorità infrastrutturali, la mobilità militare, le lacune nelle capacità dei missili dei droni dell'artiglieria e altri elementi. (Corriere TV)
Magari cambiandogli nome. Ursula von der Leyen pare convinta che basti una modifica linguistica anche per rendere più accettabile il piano di riarmo che ha presentato ufficialmente più di due settimane fa. (Il Fatto Quotidiano)
“Abbiamo liberato il potere del bilancio Ue in modo tale che chi lo vuole può flessibilizzare il fondo di coesione per gli investimenti nella difesa.” Così la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen durante il suo intervento alla conferenza stampa finale del Consiglio Europeo. (Corriere TV)
Da tre anni a questa parte gran parte della stampa occidentale, fra cui anche questo giornale, sbertuccia a ragione Vladimir Putin per il funambolico estro con cui ha battezzato la guerra in Ucraina "operazione militare speciale". (L'HuffPost)
È chiaro che i riarmisti europei vogliono che la guerra continui e non ci vengano a dire che lo fanno per una pace giusta (Il Fatto Quotidiano)