Ocse: dazi ricadono sui consumatori, in Usa perdita di 1600 dollari per famiglia

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Economy Magazine ECONOMIA

L’Ocse ha pubblicato il suo outlook economico, evidenziando gli impatti negativi che l’aumento dei dazi commerciali sta avendo sull’economia globale. Secondo l’organizzazione, i dazi stanno influenzando direttamente i consumatori, con una riduzione del reddito disponibile delle famiglie, soprattutto negli Stati Uniti, dove si stima che ogni famiglia possa perdere oltre 1.600 dollari. Oltre a questo, l’incertezza economica e la frammentazione commerciale stanno rallentando la crescita globale, con possibili ripercussioni sull’inflazione e sugli investimenti. (Economy Magazine)

Ne parlano anche altre fonti

Luci e ombre nel quadro economico globale (Ascom Torino)

Ora per quest'anno l'organizzazione parigina pronostica un più 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un più 0,9% nel 2026. L'Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l'Italia, in linea con i tagli effettuati su tutta l'economia globale. (il Dolomiti)

Ancora cattive notizie sul fronte della crescita per l’Italia. L’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni della crescita economica dell’Italia e di quella globale, mettendo in guardia dai danni su fiducia e investimenti per la guerra commerciale che minaccia di innescarsi con i nuovi dazi dell’amministrazione Trump negli Usa, che porteranno anche più inflazione (LA NOTIZIA)

L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha tagliato le sue previsioni di crescita a causa della guerra commerciale scatenata dal presidente Donald Trump. Le nuove misure tariffarie colpiranno Messico e Canada, oltre a incidere negativamente sulla stessa economia statunitense. (ansabrasil.com.br)

L’Ocse evidenzia come la frammentazione economica globale rappresenti una sfida critica. L’aumento delle barriere commerciali rischia di rallentare ulteriormente l’espansione economica e di favorire una crescita dell’inflazione. (Spazio50)

Dopo aver sconfitto l’alto rincaro del biennio 2022-23, ora molte economie potrebbero insomma avere una diminuzione dell’inflazione meno accentuata. I membri del G20, il principale aggregato mondiale, hanno avuto una media di inflazione del 5,3% nel 2024 e dovrebbero registrare un 3,8% nel 2025 e un 3,2% nel 2026. (Corriere del Ticino)