Un nuovo conflitto nel cuore d'Europa. È una guerra calda contro Putin e Xi

Un nuovo conflitto nel cuore d'Europa. È una guerra calda contro Putin e Xi
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Per saperne di più:
il Giornale ESTERI

Anni dopo la fondazione della Nato si torna alla casella di partenza, ma con una guerra «calda» nel cuore dell’Europa, non più fredda come allora. E uno scontro geopolitico globale fra l’Est, allargato alla Cina, e l’Ovest che ci impone la scelta già fatta nel 1949, a fianco del mondo libero. Nonostante un Occidente acciaccato, con lo Zio Sam in crisi, la democrazia che mostra la sua fragilità e le storture del politicamente corretto (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

Mentre l’ottuagenario Joe Biden confonde i nomi di amici e nemici, l’Alleanza Atlantica – arrivata a 75 anni – diffonde un video celebrativo che si apre sulla domanda ‘cosa significa Nato?’. Un breve clip denso di immagini accattivanti: militari e civili nell’espletamento dei propri compiti quotidiani in un crescendo musicale nella grande comunità che sostiene l’Ucraina contro l’aggressione. (il manifesto)

Il summit per il 75 anni dell’Alleanza Atlantica ha mostrato un Occidente forte e coeso contro la Russia e a difesa dell’Ucraina. E i leader europei sono tutti in difficoltà (Milano Finanza)

La Nato a settantacinque anni è un’organizzazione in cerca d’autore. Gli Stati Uniti hanno da tempo chiarito di non avere i mezzi e la volontà politica di fare la guerra in Europa per non rischiare di scoprirsi in Asia. (Limes)

Dalla conferenza stampa di Joe Biden di oggi dipende il suo destino: ecco perché

di Giacomo Gabellini La NATO alla deriva: a “Il Contesto” l’intervista di Gabellini a Gaiani (Analisi Difesa)

La prima è il passaggio da Alleanza Atlantica ad alleanza globale, con il varo di una contrapposizione alla Cina mai prima espressa in termini così grintosi e persino minacciosi. (L'Eco di Bergamo)

Questa notte, le 00.30 ora italiana, le 18.30 locali, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà gli occhi del mondo puntati su di lui, come ha scritto Gianluca Mercuri nella newsletter «PrimaOra» del Corriere. (Corriere della Sera)