Autonomia, Cesare Mirabelli: «La riforma torna nell’alveo della legittimità costituzionale. Disuguaglianze da colmare»
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«È una sentenza ortopedica che riconduce la legge nell’alveo corretto della legittimità costituzionale». Commenta così lo stop della Consulta a sette profili della legge sull'Autonomia - dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi - il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli. Cosa viene evidenziato nella sentenza? «Il principio che domina è quello di sussidiarietà, che indica a quale livello di governo devono essere attribuite determinate funzioni. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
«Qualche mese fa il ministro Salvini si è rivolto a me dicendo che l’autonomia è prevista in Costituzione e che me ne avrebbe regalata una. Vorrei rispondergli che può tenersela e magari regalarla alla Meloni e che se la rileggano insieme. (Open)
La Corte Costituzionale - dichiara il Presidente Vincenzo De Luca - ha accolto in gran parte e in tutto il suo nucleo essenziale, le censure mosse nel ricorso promosso dalla Regione Campania e dalle altre Regioni ricorrenti, e sostanzialmente “riscrive” la legge nei termini che la stessa Regione Campania ha proposto con un disegno di legge emendativo della Calderoli trasmesso alle Camere ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione qualche settimana fa". (Regione Campania)
Così il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, commentando la decisione della Corte Costituzionale. (Tiscali Notizie)
A presentare ricorso erano state le Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania; la presidenza del Consiglio aveva difeso la legge, insieme con atti specifici delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto. (Corriere della Sera)
E' ciò che la Consulta ha fatto sapere con un comunicato stampa in cui, "in attesa della sentenza", ha dichiarato "illegittime" specifiche disposizioni contenute nella riforma federalista approvata a giugno ed entrata in vigore a luglio. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
E dice in sostanza: l’autonomia rafforzata sì può fare, ma non così; servono leggi ben scritte, non gli “accrocchi” che il Parlamento si è ormai abituato a sfornare. (La Stampa)