Come l'Ue intende gestire la rielezione di Donald Trump alla presidenza Usa
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In previsione del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, l'Unione Europea sta muovendo i primi passi per elaborare una strategia unitaria PUBBLICITÀ Donald Trump è tornato. Questa è la nuova realtà che l'Unione Europea si trova ad affrontare da quando gli elettori statunitensi si sono recati alle urne e hanno concesso al repubblicano una vittoria più forte del previsto, conquistando i sette Stati in bilico. (Euronews Italiano)
Su altri media
– Nello stesso giorno in cui il Cremlino sottolinea l’imprevedibilità del presidente in pectore Donald Trump in politica estera, il Wall Street Journal avverte: "Si prevede che il presidente eletto metta in mostra la potenza economica e militare degli Stati Uniti, cercando di instillare paura nei rivali e ottenere maggiori concessioni dagli alleati". (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Nessuno si attendeva una vittoria di Trump tanto netta, a dispetto delle vicende giudiziarie e dello “stile” del personaggio. Sarebbe cosa buona e giusta che i sedicenti democratici-progressisti in giro per l’Occidente comprendessero che nell’orientare il voto dei loro concittadini pesano fattori più consistenti, più strutturali. (La Stampa)
Sono parole al veleno quelle che Susan Glasser lancia dalle pagine del New Yorker, eppure Donald Trump ha vinto, anzi: ha stravinto. (L'Eco di Bergamo)
Uno dei cambiamenti sostanziali, a cui si presta meno attenzione, è il seguente: rispetto a otto anni fa l’America oggi è ancora più forte, la sua economia ha distanziato ulteriormente tutte le altre. L’Europa è più debole sotto tutti i profili, incluso quello politico. (Corriere della Sera)
Già qui in Europa, dobbiamo vedercela con una vasta frazione dell’opinione pubblica che non nasconde le proprie simpatie per Putin e che apprezza Trump perché pensa che egli permetterà alla Russia di chiudere a proprio vantaggio la vicenda ucraina. (Corriere della Sera)
A giudicare dalla disinvoltura di Kamala Harris ad impossessarsi dei temi trumpiani — priorità alle questioni interne, approccio restrittivo sull’immigrazione, uso dei dazi per bilanciare i commerci, politica industriale a tutela delle aziende nazionali — di ideologico sembra esserci poco. (Corriere della Sera)