Recensioni a pagamento (o fasulle) per ristoranti e alberghi, la stretta del governo: cosa è previsto nella legge per le pmi

Recensioni a pagamento (o fasulle) per ristoranti e alberghi, la stretta del governo: cosa è previsto nella legge per le pmi
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Corriere della Sera ECONOMIA

È una vecchia litania che si ripete a cadenza regolare. Soprattutto alimenta un sottobosco di recensioni fasulle (e a pagamento) che distorce completamente l’attendibilità delle piattaforme e le applicazioni che segnalano i commenti positivi (o negativi) su alberghi e ristoranti. Già diversi anni fa avevamo raccontato su questo giornale che si tratta di un florido business tutto alla luce del sole. (Corriere della Sera)

Su altri media

Bene regolamentare la giungla delle recensioni su pubblici esercizi e strutture ricettive, ma attenzione a "non trasformare il tutto in un limite alla possibilità di rivendicare e reclamare disservizi: la tutela verso chi acquista un bene o un prodotto, deve essere sempre garantita" premette l’assessore alle Attività economiche Juri Magrini. (il Resto del Carlino)

Un potere che amplifica l’impatto dei pareri falsi con, in base al grado di fidelizzazione della clientela, stando alle stime delle categorie, un’incidenza tra il 6% e il 30% sul fatturato delle attività. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La proposta, che sarà esaminata dal Consiglio dei Ministri, prevede misure più severe per proteggere i consumatori e le imprese, vietando la compravendita di recensioni e imponendo maggiore trasparenza. (Economy Magazine)

Stop alle false recensioni su hotel e ristoranti. L’anonimato sarà vietato

Il ministro Adolfo Urso (il Giornale)

Con adeguate politiche di sostegno, possono diventare ancora più competitive e resilienti, rafforzando il loro ruolo centrale nello sviluppo del Paese. (PMI.it)

Il giro di vite è in un articolo inserito dal ministero delle Imprese e nel Made in Italy nel disegno… E per lanciare giudizi velenosi o strali di stima per una cena, una camera d’albergo o un’attrazione turistica bisognerà registrare sui siti la propria identità. (la Repubblica)