L'accordo sui migranti tra Italia e Albania | MSF Italia
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L’accordo con l’Albania sottoscritto dall’Italia prevede che le persone migranti soccorse nel Mar Mediterraneo siano trasportate verso centri in Albania se ritenute non vulnerabili: spieghiamo qui come funziona l’accordo e perché comporta una potenziale violazione dei diritti umani. Il 14 ottobre scorso 16 persone fuggite dalla Libia sono state soccorse dalle autorità italiane nel Mar Mediterraneo. (Medici Senza Frontiere)
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A 17 giorni dall’arrivo dei primi richiedenti asilo e a 15 dal loro dietrofront verso l’Italia dopo l’altolà dei giudici, tornato il bel tempo, Roma ci riprova. Ritorno a Shëngjin, porto sull’altra sponda dell’Adriatico fino a poco tempo fa semisconosciuto e ora alla ribalta come primo (e controverso) hub extraeuropeo per i rimpatri di migranti. (Corriere della Sera)
Mentre viene disposta la scorta per la giudice Silvia Albano, firmataria dello stop al trattenimento dei migranti in Albania, il governo tira dritto: da lunedì 4 novembre la nave Libra della Marina Militare italiana tornerà a trasportare i migranti arrivati al largo delle coste italiane verso i centri d'accoglienza nel territorio di Tirana, voluti dal governo Meloni e gestiti dall'Italia. (ilmessaggero.it)
Da lunedì, infatti, la nave Libra della Marina Militare tornerà al largo delle coste dell'isola di Lampedusa, in acque internazionali, per recuperare eventuali migranti idonei a poter essere portati nel Paese balcanico. (il Giornale)
Dunque, come ampiamente annunciato dal governo, polemiche politiche e sgambetti giudiziari non fermano il progetto, che continua Riparte la missione Albania. (Secolo d'Italia)
In base a quanto si apprende, l’imbarcazione si sta dirigendo verso sud in attesa di indicazioni da parte del Viminale e sarà operativa dai primi giorni della prossima settimana. La nave della Marina militare Libra, preposta al trasferimento dei migranti nei centri italiani in Albania, ha lasciato questo pomeriggio il porto di Messina . (Gazzetta del Sud)
L'ultimo atto si è consumato nelle stanze del tribunale di Bologna, che nell'ambito di un ricorso promosso da un richiedente asilo del Bangladesh contro la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione ha rinviato alla Corte di giustizia europea il decreto su richiedenti asilo e Paesi sicuri approvato lo scorso 21 ottobre dal governo Meloni, un provvedimento varato in fretta e furia per rispondere al ritorno in Italia dei 12 migranti inizialmente partiti per i centri costruiti in Albania in virtù dell'accordo tra Roma e Tirana. (Today.it)