Christian Recalcati ironizza: "Anche stavolta non era la vera Atalanta, l'incontreremo prima o poi"

Christian Recalcati ironizza: Anche stavolta non era la vera Atalanta, l'incontreremo prima o poi
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In estate l'Atalanta non era la vera Atalanta. Gioca contro l'Inter al Meazza e perde 4-0 giocando non bene, ma non era la vera Atalanta. Pian piano la vera Atalanta gioca in Italia e in Europa davver (TUTTO mercato WEB)

Ne parlano anche altri giornali

Supercoppa Italiana, Inter in finale: Atalanta battuta 2-0 03 gennaio 2025 (Il Sole 24 ORE)

Due perle dell’olandese Dumfries nella serata più complicata di Lautaro Martinez regalano all’Inter un’altra finale di Supercoppa Italiana: battuta l’Atalanta (come ad agosto in campionato) più nettamente di quanto dica il 2-0 finale, ora i campioni d’Italia aspettano la vincente di Milan-Juventus per il match di lunedì 6. (Quotidiano Sportivo)

L' Atalanta è rientrata ieri in Italia dopo la trasferta lampo di Riad e Gasperini ha concesso al gruppo un paio di giorni di riposo. Il turnover contro l'Inter, motivato dal tecnico con la necessità di provare altri giocatori e non caricare di troppe presenze i soliti che vengono schierati dall'inizio, ha in realtà una motivazione molto profonda e basta scorrere il calendario delle prossime partite per capirlo: entro il 1° febbraio, la Dea giocherà contro Udinese (in trasferta), Juventus, Napoli, Sturm Graz, Como (fuori casa) Barcellona (fuori) e Torino la bellezza di 7 gare in 20 giorni. (Tuttosport)

Supercoppa: Inter superiore, può fare a meno dei gol di Lautaro. Gasperini, formazione bislacca, l'azzardo non ha pagato

Ha vinto la squadra più forte, quella che ha avuto più occasioni da gol, quella più... Da una parte infatti Inzaghi ha messo in campo l’Inter titolarissima, quella delle occasioni da non fallire. (La Gazzetta dello Sport)

Guarda il video con le reazioni dei tifosi dopo il successo dell'Inter contro l'Atalanta in Supercoppa italiana (Pianeta Milan)

Un castello di carte costruito con cura e perizia, ma che un errore nella posa dell’ultimo asso faceva regolarmente crollare, e ricominciarlo ogni volta è stato un sano esercizio di pazienza. Fino allo scorcio conclusivo, vivace, confuso e un po’ casuale come accade nell’eliminazione diretta — si è andati vicini sia al 3-0 che al 2-1 — la gara era stata un monologo della squadra di Inzaghi, un bel discorso privo però della battuta finale. (Corriere della Sera)