L'Europa e il cambio di passo tedesco
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’uscita dei liberali dalla coalizione che sostiene il governo di Berlino è una buona notizia per la Germania e anche per l’Europa. I liberali, e soprattutto il loro leader, Christian Lindner, fino a ieri ministro delle finanze, hanno condizionato il governo del cancelliere Scholz insistendo su un’applicazione rigida della legge sul «freno al debito», una norma che di fatto non consente spese in deficit, neppure per investimenti pubblici. (Corriere della Sera)
Su altre testate
Impossibile trovare un compromesso per superare le spaccature sulla politica economica, con il Paese che viaggia sull’orlo della recessione per il secondo anno consecutivo. Il semaforo è andato in tilt: il cancelliere Olaf Scholz ieri ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, in un avvitamento senza ritorno della crisi della coalizione di Governo tra Spd, Verdi e Liberali. (Il Sole 24 ORE)
Se non verranno indette nuove elezioni entro la fine di marzo, il rischio è che la Germania debba attendere fino a giugno per avere un nuovo governo “pienamente funzionante e dotato di una propria maggioranza”. (Adnkronos)
C’è baruffa politica nella teutonica Germania. Già si prefigurano nuove elezioni a idi di marzo del 2025. (ilmattino.it)
La “coalizione semaforo” che, in un inedito nella storia della Repubblica federale, riuniva sotto lo stesso tetto i suoi socialdemocratici (Spd), i Verdi e i liberali dell’Fdp è andata definitivamente in frantumi, tanto inconciliabili erano le distanze tra i suoi partner improbabili. (EuNews)
ISRAELE (Limes)
Iperpreparato, freddo (da ministro delle Finanze veniva chiamato Scholzomat, perché era robotico come un bancomat) ha fallito nell’unica dote che non può mancare a un leader: la capacità di connettersi con il proprio popolo. (Corriere della Sera)