Banche più grandi, le due facce del blitz
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Poi sono arrivate le fusioni con finalità di salvataggio: le famose quattro Good Banks, le popolari venete, Carige eccetera. Dal 2020, con l’Ops di Intesa su Ubi, è iniziata una nuova stagione, quella delle fusioni veramente strategiche, dove una banca grande e sana compera un’altra banca, altrettanto sana ma un po’ più piccola, quotata in Borsa e con assetto proprietario molto frazionato. Così si può comperare «carta contro carta», cioè offrendo azioni dell’acquirente in cambio di azioni della target, senza far perdere capitale alla prima. (L'Eco di Bergamo)
La notizia riportata su altre testate
All'ingresso il consigliere Mauro Paoloni, già vicepresidente della banca, ha confermato con un perentorio «sì» la natura ostile dell'offerta confezionata dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel. Ha preso il via il consiglio di amministrazione di Banco Bpm. (Corriere della Sera)
– L'offerta di Unicredit “non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
In borsa Bpm guadagna lo 0,91% e Unicredit lo 0,28%. Probabile un no. (Milano Finanza)
Ossia uno scambio di azioni. Sul tavolo la proposta confezionata dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel. (Liberoquotidiano.it)
Secondo il Consiglio di Amministrazione dell'istituto, guidato da Giuseppe Castagna, le condizioni dell'offerta sono considerate altamente atipiche per operazioni di questa natura e non rispecchiano né la redditività della banca né il suo potenziale di ulteriore creazione di valore per gli azionisti. (Il Giornale d'Italia)
L’offerta “non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm”, afferma il consiglio di amministrazione dell’istituto che ribadisce come l’offerta non sia stata sollecitata e ricorda che il valore potenziale della banca “è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”. (Il Fatto Quotidiano)