Gravano, ex segretario Cgil: «Ora fronte comune sinistra e istituzioni a difesa del settore automotive»
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«La sinistra deve dimostrare di fare quello che ha fatto in passato sostenendo l’azione dei lavoratori e dei sindacati non solo a Pomigliano ma in Italia e in Europa». A dirlo è Michele Gravano, per decenni impegnato nella Cgil, come segretario generale in Campania e in Calabria, poi in Articolo 1. Perché la sinistra sembra in difficoltà nel rappresentare gli operai e le vertenze del mondo del lavoro?«Penso che il momento attuale sia molto complesso e che Elly Schlein, Giuseppe Conte e tutte le opposizioni stiano invece ponendo il problema della crisi dell’auto nel contesto nazionale e in quello europeo ribadendolo nella formazione della nuova commissione». (napoli.corriere.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Da noi in Europa le marche erano numerose, diversificate, per tutte le tasche, ma negli Stati Uniti alcuni brand europei erano uno status symbol: BMW, Alfa Romeo, Ferrari, Mercedes, Audi erano un sogno per chi si poteva permettere solo le ingombranti, anonime e sferraglianti “limo”, “sedan” o “convertibili” made in USA. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Dal 2020 a oggi sono stati registrati circa 86mila licenziamenti nel comparto. L'allarme dell'associazione Clepa per l'industria del Vecchio continente (StartupItalia)
Psa ha acquisito … Francesco Zirpoli dirige il Centre for Automotive and Mobility Innovation della Cà Foscari di Venezia e l’Osservatorio sull’automotive italiano. (Il Fatto Quotidiano)
I numeri sono preoccupanti e certificano uno stato di incertezza ormai strutturale dal quale sembra difficile uscire. Da almeno 35 anni, infatti, in Italia si producono sempre meno auto, il numero di occupati nel settore si riduce e la percentuale di contributo sul PIL nazionale è in costante contrazione. (Tom's Hardware Italia)
Per l'economista turco gli investimenti in ritardo sull'elettrico hanno contribuiti alla crisi: «Ma non colpirà tutti allo stesso modo» (Open)
Pure gli esperti potevano spiegare meglio i limiti dell’auto elettrica, sfruttando aspetti banali, come il fatto che in 4 minuti uno si fa il pieno di un’auto tradizionale e ottiene una libertà di movimento di quasi 1000 chilometri, mentre, con l’auto elettrica, servono molte ore, o decine di minuti in casi estremi, per avere 300-400 chilometri. (La Stampa)