Intervista. Casini: «I dem hanno esagerato sulla cultura woke»

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Avvenire ESTERI

ANSA/ETTORE FERRARI Nelle dichiarazioni di voto di quelli che chiama «i “billionaire” di Hollywood» Pier Ferdinando Casini dice di aver visto il presagio della sconfitta dei democratici Usa: troppe, evidentemente, le distanze dalle esigenze più sentite dalle masse popolari. Al telefono dalla Cina, dove si trova per un’iniziativa parallela alla visita del presidente Mattarella, il senatore e già presidente della Camera indica un’altra causa negli eccessi della “cultura woke” («Il troppo stroppia»), non scommette su novità immediate per la guerra in Ucraina e spera, a questo punto, in uno scatto della Ue in risposta ai nuovi equilibri mondiali, per uscire da quello che definisce «un infantilismo politico». (Avvenire)

Ne parlano anche altri media

Delusione anche nel suo villaggio d'origine in India. La notte elettorale dem comparata a quella del 2016, quando perse Hillary Clinton (LAPRESSE)

Senza considerare i risultati apparentemente disastrosi nella comunità musulmana. in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin ma anche un sostegno inferiore dai blocchi tradizionali di elettori dem. (Il Fatto Quotidiano)

Kamala Harris ha perso e ha perso male, ma forse contro Donald Trump avrebbero perso tutti. Mentre è in corso lo spoglio dei voti delle Elezioni Usa il successo del candidato repubblicano che si sta delineando non è, come molti si aspettavano, di misura, ma è una vittoria che travolge tutto, senza più pesi e contrappesi. (Vanity Fair Italia)

Kamala Harris, il discorso della sconfitta e la chiamata per congratularsi con Trump: «Necessaria una pacifica transizione»

"Il mio cuore oggi è pieno, è pieno di gratitudine per la fiducia che avere riposto in me, pieno di amore per il nostro Paese e pieno di determinazione", ha detto la candidata battuta da Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. (Corriere TV)

“Accetto la sconfitta ma non la fine della lotta per la nostra libertà“. “Il risultato di queste elezioni non è quello che volevamo, non è quello per cui abbiamo combattuto, non è quello per cui abbiamo votato. (Il Fatto Quotidiano)

Infine il discorso ai suoi elettori per «implorarli ad accettare il risultato delle elezioni». Poi la chiamata a Donald Trump per congratularsi della vittoria. (ilmessaggero.it)