A vent'anni dallo tsunami di Sumatra, l'isola è più sicura?
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L'area di Banda Aceh, la più colpita dal disastro, è diventata famosa in tutto il mondo anche per lo studio e la sperimentazione di strategie per la riduzione del rischio legato ai maremoti. Ma la tecnologia da sola non basta: occorrono un'attenta gestione ambientale e la preparazione delle comunità locali (Le Scienze)
Ne parlano anche altre fonti
VALPERGA. Uno spettacolo di teatro e canzoni per parlare dello tsunami che vent’anni fa devastò il sud est asiatico, attraverso i ricordi di chi visse di persona la tragedia. (La Sentinella del Canavese)
Vent’anni fa, alle 7.58 ora locale del 26 dicembre 2004, una scossa di terremoto sottomarino di magnitudine 9.1 sollevava di una quarantina di metri il fondale davanti alla costa occidentale della grande isola indonesiana di Sumatra scatenando dopo pochi minuti uno tsunami di rara potenza e, soprattutto di enorme ampiezza. (Avvenire)
Il , un terremoto di magnitudo 9,1 colpì le acque al largo di Sumatra, scatenando uno tsunami devastante che colpì le coste di diversi paesi dell’Oceano Indiano. Le immagini di distruzione e morte rimasero impresse nella memoria collettiva, con un numero di vittime che si stima possa aver superato le 300.000 unità. (Notizie.it )
(biografieonline.it) Lo tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano è stata la catastrofe naturale più dirompente dell’ultimo secolo, causando la distruzione di case, città e la morte di 230 mila persone. Il maremoto, con magnitudo superiore a 9 della scala Richter, si è verificato il 26 dicembre 2004: l’epicentro è stato localizzato, in mezzo al mare, a pochi chilometri dall’isola di Sumatra (160 km a una profondità di 30 km). (Luino Notizie)
Per accogliere masse sempre maggiori di viaggiatori, ci si è attrezzati… ISOLE SURIN (THAILANDIA). (La Stampa)
“Montagne di cadaveri come effetto di bombe atomiche, scene che evocavano l’olocausto. Fu di una potenza inaudita la scossa sismica del 26 dicembre 2004. Il numero delle vittime dello tsunami saliva di minuto in minuto, impossibile tenere il conto ma avevamo un compito: dare un’identità a quei corpi”: è il racconto all’Ansa di Carlo Maria Oddo, medico legale dell’Arma dei Carabinieri, oggi generale di Brigata, inviato a Phuket per identificare le vittime italiane. (MeteoWeb)