Raid su una casa, una tenda e una scuola: 29 uccisi a Gaza

Raid su una casa, una tenda e una scuola: 29 uccisi a Gaza
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il manifesto ESTERI

Sono almeno 29 i palestinesi uccisi ieri a Gaza nei raid dell’esercito israeliano. A guardare i luoghi colpiti si coglie subito l’obiettivo, ormai allargato al vicino Libano: un rifugio per sfollati a Nuseirat (11 vittime), una casa nello stesso campo profughi (2), una tenda (7) e un’auto a Khan Younis (6). Altri tre palestinesi sono stati uccisi a Musabbeh, nord di Rafah. A Nuseirat a essere colpita è stata una scuola, di nuovo. (il manifesto)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Tommaso Della Longa è il portavoce della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC), l’organizzazione che raggruppa 191 società di soccorso sanitario nazionali e che conta su un numero importante di affiliati tra medici, attivisti e volontari che si curano della salute delle persone anche in situazioni di conflitto, dando sostegno umanitario alle persone vittime di guerre e di calamità naturali. (Partito Socialista Italiano)

Nelle guerre le vittime si contano alla fine. Quando è troppo tardi. Questi sono numeri di parte, sono stime e in quanto tali vanno prese per quelle che sono. (Il Sole 24 ORE)

A un anno dall’inizio del conflitto a Gaza, Oxfam diffonde dati che gelano il sangue. Il numero di donne e bambini uccisi negli ultimi 12 mesi nella Striscia supera qualsiasi altro conflitto degli ultimi due decenni. (LA NOTIZIA)

Guerre e contagi vanno di pari passo

Secondo stime prudenti, si tratta di più di 6mila donne e 11mila bambini. Il numero di donne e bambini uccisi nell’ultimo anno a Gaza è il più alto rispetto a qualsiasi conflitto degli ultimi 20 anni, considerando lo stesso lasso di tempo. (Il Fatto Quotidiano)

Oltre 25 mila bambini hanno perso un genitore o sono rimasti orfani e in moltissimi hanno perso un arto. (Il Messaggero Veneto)

Sono finite le parole necessarie per descrivere la dimensione della catastrofe umanitaria che si consuma a Gaza da un anno. Scriviamo con l’acuminata percezione che riguarda l’impotenza delle parole di fronte alla violenza ridondante, fine a sé stessa, che distingue questa pagina della storia contemporanea. (Altreconomia)