La speleologa è fuori. Incidente speleo nella Grotta Bueno Fonteno: Abbiamo i soccorritori più forti del mondo. Grazie CNSAS
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Alle ore 2:59 di questa notte, la barella con la speleologa Ottavia è finalmente uscita dalla grotta. Ora sarà trasportata all’ospedale con l’elisoccorso lombardo. L’incidente piuttosto grave, ora possiamo anche dirlo, si è verificato sabato scorso, a circa 4 km dall’ingresso della grotta Bueno Fonteno, in un meandro lungo circa 800 metri. Per chi non sa cosa sia un meandro, immaginatevi un crepaccio, non troppo stretto, ma neanche troppo largo, che si percorre con varie tecniche, ma nessuna delle tecniche conosciute è fatta per progredire in un meandro. (La Scintilena)
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Noi dobbiamo rispettare dei protocolli per ridurli il più possibile”. Con queste parole Giorgio Pannuzzo, speleologo, ha descritto il contesto della spedizione durante la quale Ottavia Piana è rimasta bloccata nell'Abisso Bueno Fonteno per 80 ore. (La Nuova Sardegna)
Dopo 83 ore la speleologa 32enne è stata estratta dalla grotta Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca, dove era intrappolata dalle 16 di sabato 14 dicembre. Dopo l'intervento dei soccorritori, la donna è stata trasferita immediatamente in elicottero presso l’ospedale di Bergamo (Sky Tg24 )
Lo sottolinea all'Adnkronos il presidente della Società speleologica italiana Sergio Orsini riguardo al caso della speleologa che, già nel 2023 era rimasta bloccata per 40 ore all'interno della stessa grotta. (Adnkronos)
Con queste parole Giorgio Pannuzzo, speleologo, ha descritto il contesto della spedizione durante la quale Ottavia Piana è rimasta bloccata nell'Abisso Bueno Fonteno per 80 ore. “L'avventura per noi fa parte del gioco, ma non siamo quelli che cercano l'avventura, quelli che sanno sopravvivere ai grandi rischi. (ilmessaggero.it)
In questo caso dovevamo allargare dei passaggi stretti nella parte della grotta vicina al punto in cui e' successo l'incidente. (Tiscali Notizie)
“È stato un intervento molto complesso, è durato quattro giorni, e le persone coinvolte globalmente sono 130 persone. Poi c’è sempre un medico e un infermiere sul paziente ferito e in questo caso dovevamo allargare dei passaggi stretti, nella parte vicino al punto in cui è successo l’incidente, e abbiamo coinvolto anche la disostruzione: sempre tecnici del Cnss formati nell’utilizzo di micro-cariche e altri dispositivi meccanici per aprire e allargare il passaggio della grotta”. (Il Fatto Quotidiano)