Il presidente Mattarella: «La speranza siamo noi» – Chiesa di Milano

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Diocesi di MIlano INTERNO

Nel suo intervento di fine anno il Presidente della Repubblica italiana ha toccato alcuni aspetti significativi, di stretta attualità: la pace (che inizia con la difesa della libertà), la detenzione di Cecilia Sala e la libertà di informazione, il pericolo della ricchezza nelle mani di pochissimi (a fonte della povertà di molti), il senso del vero patriottismo, la necessità di ascoltare e dare risposte ai giovani «La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità». (Diocesi di MIlano)

Ne parlano anche altri media

Si apre con l’auspicio della pace, che «mai come adesso grida la sua urgenza». Perché «la speranza», avverte Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno, «siamo noi». (ilmessaggero.it)

In una parola, dice il presidente, con rispetto. Si tratta di abbandonare la rendita di facili ideologismi di maniera e di affrontare la realtà dei problemi con idee, proposte, onestà intellettuale, anche con la dialettica propria delle democrazie, ma senza il polverone di inutili conflitti. (Corriere della Sera)

Nel discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si trova un espresso riferimento all'Unione Europea. Ma non si tratta affatto di una dimenticanza o di una sottovalutazione del relativo ruolo. (Milano Finanza)

Mattarella e l’appello a partecipare

Viviamo momenti difficili con le lacerazioni della guerra che ci impongono di rinsaldare i rapporti, di non perderci nelle guerriglie politicanti, di affrontare i problemi che ci sono - vengono elencati tutti perché nessuno si senta dimenticato - ma che possiamo risolvere un passo alla volta grazie ai risultati che abbiamo già raggiunto e alla fiducia che ci deve sostenere sempre. (ilmattino.it)

Lo è, innanzitutto, l’assillo per la pace, per come viene declinato: non solo come anelito morale, ma come responsabilità nelle scelte. Il Palazzo, come luogo spesso separato non c’è, in questo decimo discorso di fine anno di Sergio Mattarella. (La Stampa)

Al suo decimo Capodanno al Quirinale, Sergio Mattarella celebra questa sua virtuosa anomalia con un’intensa lezione di “patriottismo costituzionale” rivolta al Paese e al Palazzo. Il Capo dello Stato vola molto più su delle misere beghe quotidia… (la Repubblica)