Processo Turetta, battaglia tra i legali. La difesa: «Mostrificato». Gli avvocati della famiglia di Giulia: «Non ha attenuanti»

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Corriere della Sera INTERNO

«L’udienza di Filippo Turetta ha certificato in tutto le imputazioni e le aggravanti. Turetta non merita alcuna attenuante: non c’è pentimento, non c’è rispetto per la vittima e la famiglia. Ci aspettiamo una risposta adeguata, sono convinto che la Corte saprà ben giudicare». Per Stefano Tigani, l’avvocato di Gino Cecchettin, parte civile nel processo per l’omicidio della figlia Giulia, la strada per l’ergastolo è segnata. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Filippo Turetta si presenta davanti alla Corte d’assise di Venezia alle 9,28. Tornerà in carce… (la Repubblica)

Sono emersi nuovi dettagli sul memoriale di 80 pagine scritto da Filippo Turetta in carcere: in base a quanto riportato dal Corriere della Sera , il reo confesso dell’ omicidio di Giulia Cecchettin avrebbe scritto: “Io ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei (sempre scritto in maiuscolo nel memoriale, ndr) o a entrambi insieme. (Sky Tg24 )

Un delitto maturato nella mente dell’assassino già un anno prima di essere commesso. Fino all’epilogo della sera dell’11 novembre scorso con l’appuntamento al commerciale di Marghera, l’aggressione a Vigonovo nel parcheggio vicino alla casa di lei e lo spostamento in auto a Fossò. (Livesicilia.it)

Turetta: «Ho 20mila foto di Giulia Cecchettin nel cellulare, non c'è niente di strano»

E per questo Filippo ha mentito a mamma e papà. Turetta, infatti, temeva che i genitori non volessero più vederlo dopo l'arresto. È ciò che emerge nelle 80 pagine di memoriale di Filippo Turetta depositate ieri, venerdì 25 ottobre, nelle carte del processo in corso a Venezia per aver ucciso, l'11 novembre 2023, la sua ex compagna Giulia Cecchettin. (ilmessaggero.it)

Davanti ai giudici dell'Assise per l'omicidio di Giulia Cecchettin, venerdì, Filippo Turetta ha ondeggiato continuamente fra queste due figure: quella dell'assassino che aveva premeditato ogni cosa - ciò che gli contesta la Procura - e quella di chi vuole «ammettere tutte le colpe», ma nello stesso tempo non voleva «che quello fosse l'epilogo». (leggo.it)

«Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei o a entrambi insieme. Un segno di un legame che non aveva voluto fosse spezzato, o forse un altro elemento di quella sensazione di «possesso» legata a una visione patriarcale. (ilmessaggero.it)