Ecco perché Kamala Harris ha perso
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Nel corso dell’ultimo mese la candidata democratica ha dilapidato consensi abbandonando le ricette di politica economica progressista e facendo il gioco del Trump che si descrive come anti-establishment La Convention nazionale democratica di agosto è stata largamente celebrata come un grande successo, con un fronte unito che si estendeva da Shawn Fain e Bernie Sanders ad Adam Kinzinger e Leon Panetta (Jacobin Italia)
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Se è vero che anche la politica in questi tempi è diventata la prosecuzione dello sport con altri mezzi, sia nella sua liturgia che nel suo epilogo; allora l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, il 47° della storia, arriva dopo una partita che ha diviso gli americani come mai era successo in precedenza. (La Gazzetta dello Sport)
Prima di lui, solo il democratico Grover Cleveland era riuscito a essere rieletto dopo essere stato battuto tra un mandato e l’altro dal repubblicano Benjamin Harrison: nomi e storie del XIX Secolo. Il successo di Trump è netto, più di quanto ci s’attendeva. (Il Fatto Quotidiano)
in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin ma anche un sostegno inferiore dai blocchi tradizionali di elettori dem. Senza considerare i risultati apparentemente disastrosi nella comunità musulmana. (Il Fatto Quotidiano)
Manca il risultato definitivo, certo, ma Kamala Harris non vuole arrendersi e non concede ancora la vittoria a Donald Trump. Questa volta l'aspirante presidente non riceverà alcuna chiamata dal suo vice. (ilmattino.it)
Era una linea d’attacco particolarmente greve — se neppure Donald Trump tocca un certo argomento c’è da riflettere — perché il marchio d’infamia cristiano-conservatore («childless», senza figli) del quale Vance s’è fatto interprete dice molte cose. (Corriere della Sera)
Poi la chiamata a Donald Trump per congratularsi della vittoria. L'ennesima senza una presidente alla guida degli Stati Uniti. (ilmessaggero.it)