La guerra provocata e quella corsa alle armi dell’Europa dei «bari»
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Il presidente dell’Ucraina Zelensky inizia a rendersi conto di aver perso una guerra determinata lanciando il sasso, mettendosi il cerotto e imbarcando tali quantità di denaro, generosamente offerte dall’Unione Europea e non solo, da dissestare la già flebile economia della stessa Unione Europea, che probabilmente, guidata com’è da caparbietà e sfrenate grandeurs, può trovare solo nel rinnovato urlo di guerra una ragion d’essere alla propria finzione politica. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Una convocazione capziosa: non si tratta di riarmare l’Europa per fare la guerra alla Russia, si tratta di riarmare l’Europa per dissuadere chiunque, ed ora la Russia, dal farci la guerra. (di Gian Carlo Poddighe ) (Difesa Online)
Dopo la mancata entrata in vigore della Comunità europea di Difesa, negli anni Cinquanta del secolo scorso, il ripiegamento del processo d’integrazione sulla economia, a partire dai Trattati di Roma del 1957, fino all’unione monetaria e all’Euro, il ritorno in forza alla geopolitica sul piano globale, con lo scivolamento in secondo piano delle organizzazioni internazionali, soprattutto universali, l’Onu e altre, l’Europa appare condannata all’irrilevanza. (L'Opinione)
Bentrovati. (Corriere della Sera)
Sotto la pressione dei fronti di crisi che ci angosciano, l’Europa ha la possibilità di mettere fine alla perenne oscillazione che ne ha segnato fino a oggi il cammino, tra l’essere cioè la nostra migliore speranza per il futuro o semplicemente una buona idea mal realizzata. (il Nord Est)
I dettegli disponibili sono, al momento, ancora molto pochi, ma, stando a quanto si è avuto modo di apprendere, nel corso del colloquio, durato circa due ore e mezza, i due leader avrebbero trovato alcuni significativi punti di convergenza. (Report Difesa)
Ma di quale Europa parliamo? La discesa nel concreto di Von der Leyen con il piano da 800 miliardi di ReArm Europe ha frammentato le posizioni politiche dei nostri partiti in mille distinguo e differenze. (Avvenire)