Capodanno, Tony Effe al Palazzo dello Sport: c’è l’ok del Campidoglio
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Il Campidoglio ha ribadito che l'amministrazione è contraria a qualsiasi forma di censura: via libera allo show alde 19 dicembre - 20:27 Con riferimento al concerto di Capodanno di Tony EFFE al Palazzo dello Sport, Eur SpA, società proprietaria e gestore della struttura dal 1° dicembre 2024, comunica che l'organizzatore VivoConcerti aveva già da mesi opzionato - senza l'indicazione di un artista specifico - le date del 30 e del 31 dicembre 2024. (Golssip)
La notizia riportata su altre testate
L'hashtag #TonyEffe è in tendenza, con accuse rivolte ai colleghi che hanno fatto quadrato intorno al rapper romano: "Non osare mai più parlare di femminismo e di diritti delle donne", scrive una utente ad Emma Marrone, che replica infuriata: "Mamma mia che despota. (Adnkronos)
Una doppia sofferenza: oltre al danno di vedere accartocciato il suo sogno d'amore, la beffa di essere anche considerato uno stalker qualsiasi. Persino la sua ex moglie sta dalla sua parte: "Mi sembra assurdo e ingiusto che perché ha corteggiato una donna con fiori, regali e lettere debba essere condannato e trattato come l'ultimo uomo". (Il Giornale d'Italia)
La decisione ha provocato reazioni contrastanti: se da un lato il Campidoglio ha difeso la scelta, dall’altro artisti e colleghi hanno manifestato solidarietà al cantante, rifiutandosi a loro volta di partecipare all’evento o criticando apertamente la decisione. (Io Donna)
L’amministrazione Pd a Roma non passerà alla storia, questo appare chiaro. Dopo l’esclusione del trapper Tony Effe per i suoi testi “sessisti”, hanno annunciato la loro rinuncia per solidarietà altri due artisti, Mahmood e la cantautrice Mara Sattei, denunciando una forma di censura verso il collega. (Nicola Porro)
«Sono sempre me stesso, non so fare l’attore». Inizia così il primo messaggio social di Tony Effe da quando è scoppiato il caso della cancellazione della sua esibizione al concerto di Capodanno al Circo Massimo di Roma, esclusione voluta dal Campidoglio per via dei testi considerati sessisti e violenti. (Rolling Stone Italia)