Esplosione Calenzano, ci sono nove indagati: avviso di garanzia anche a Eni spa

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Adnkronos INTERNO

Si tratta di sette dirigenti di Eni e due della società appaltatrice Sergen srl - per l'esplosione avvenuta il 9 dicembre 2024 al deposito di idrocarburi Eni di Calenzano (Firenze). A inviarli la Procura di Prato: i reati contestati, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. L'esplosione causò cinque morti e lesioni a 28 feriti, alcuni dei quali hanno versato in gravissime condizioni per lungo tempo. (Adnkronos)

La notizia riportata su altri media

L’incidente ha causato cinque morti e il ferimento di 28 persone, alcune delle quali hanno riportato lesioni gravissime. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. (Tiscali Notizie)

Gli attimi prima dell'esplosione a Calenzano (il Giornale)

La procura di Prato ha inviato alla società – indagata ai sensi della legge sulla responsabilità civile – e a tutti loro gli avvisi di garanzia. Le ipotesi di reato a loro carico sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali. (Il Fatto Quotidiano)

Getting your Trinity Audio player ready... PRATO – Sette fra dirigenti e responsabili di Eni, oltre a due persone riconducibili a Sergen, l’impresa esecutrice dei lavori di manutenzione, sono indagati per il disastro del deposito carburanti di Calenzano (Firenze) del 9 dicembre dell’anno scorso. (Dire)

Schede tecniche che secondo gli inquirenti sarebbero state appositamente create nel tentativo di depistare le indagini. Quando gli investigatori sono entrati negli uffici Eni per l’ultima perquisizione a inizio febbraio hanno trovato una cartella datata 31 gennaio. (La Repubblica Firenze.it)

È quanto ha evidenziato il procuratore Luca Tescaroli durante la conferenza stampa sugli esiti dell'indagine per il disastro avvenuto lo scorso 9 dicembre. – Se quelle pompe di carico delle autobotti al deposito Eni di Calenzano “fossero rimaste chiuse come dovevano dalle ore 09 alle ore 15 sarebbero andati persi circa 255.000 euro di guadagni”. (LA NAZIONE)