Il tema. Il problema non è per chi votano le donne, ma per cosa
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Per chi vota una donna? Non per una donna, s’è letto e ripetuto negli ultimi giorni dopo l’esito del voto americano, provando a interpretare le ragioni del fallimento di Kamala Harris (dopo quello di Hillary Clinton) a partire dalla sua storia personale, da un profilo forse troppo elitario per poter risultare vicino alle masse di donne “normali” chiamate ai seggi, da un modello di leadership troppo influenzato da quello maschile e maschilizzato di Trump. (Avvenire)
Su altre fonti
Sono parole al veleno quelle che Susan Glasser lancia dalle pagine del New Yorker, eppure Donald Trump ha vinto, anzi: ha stravinto. (L'Eco di Bergamo)
Lo tsunami Trump inizia a produrre i propri effetti su tutta la politica internazionale, accelerando processi che erano già in corso, oppure recitando il “de profundis” rispetto a possibili alternative in embrione che avrebbero avuto necessità, per non abortire sul nascere, di una spinta esogena. (LaC news24)
Primo mandato non consecutivo dopo 120 anni vincendo anche nel voto popolare ben oltre il 51% e con una forte campagna di marketing politico tutti i ceti popolari, minoranze comprese e anche le donne. (GLI STATI GENERALI)
Min lettura Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane i Democratici negli Stati Uniti, così come i sostenitori delle idee liberali in altre parti del mondo, si faranno un esame di coscienza e cercheranno di trovare una strada per il futuro. (Valigia Blu)
L’Europa è più debole sotto tutti i profili, incluso quello politico. Uno dei cambiamenti sostanziali, a cui si presta meno attenzione, è il seguente: rispetto a otto anni fa l’America oggi è ancora più forte, la sua economia ha distanziato ulteriormente tutte le altre. (Corriere della Sera)
/// (Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) – (agenzia giornalistica opinione)