Fine vita, l’avvocato dello Stato: “Non c’è un diritto al suicidio”. Cappato: “Un dovere non girarsi dall’altra parte”
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Davanti alla Consulta il confronto, per la quarta volta, sulla costituzionalità della legge che regola l'aiuto al suicidio, L'avvocata Gallo: "Il requisito del trattamento di sostegno vitale deve essere chiarito con una sentenza vincolante" (Il Fatto Quotidiano)
Su altri giornali
A dirlo Maria Letizia Russo, una dei quattro pazienti affetti da patologie irreversibili che la Corte Costituzionale ha ammesso nel giudizio sul fine vita. "L'autodeterminazione è viziata dal dolore e anche dal peso che sentiamo di essere sulle spalle delle nostre famiglie". (Tiscali Notizie)
I due casi, sollevati dal tribunale di Milano, riguardano due malati terminali accompagnati a morire in Svizzera nel 2022 da Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni che si era autodenunciato subito dopo. (il manifesto)
Al malato invece si dice: lo vuoi fare? Fallo. ROMA. (La Stampa)
La Corte Costituzionale è tornata ieri a occuparsi di aiuto al suicidio. È la quarta volta. C’è un altro processo in sospeso, a Milano, con imputati che hanno violato l’art. 580 del codice penale (c’è persino l’autodenuncia) e il giudice dubita che quella norma non sia giusta; e dunque a Roma si deve svolge una fase “incidentale” per stabilire se quella norma vale o non vale. (Avvenire)
La giudice Agnese Di Girolamo ha disposto l’imputazione coatta e rigettato la richiesta di archiviazione del pm Carmine Pirozzi, in modo da approfondire la vicenda alla luce della sentenza emessa sul caso dalla Corte costituzionale nel luglio 2024. (il manifesto)
Per lui, Felicetta Maltese e Chiara Lalli ci sarà l’imputazione coatta, in quanto accusati di aiuto al suicidio per aver accompagnato nel 2022 Massimiliano - un 44enne della provincia di Livorno malato di Sla - in Svizzera, dove poté morire col suicidio assistito. (LA NAZIONE)