Draghi, sovranità nazionale troppo debole nel contesto globale

- Nel nuovo contesto geopolitico, caratterizzato da sfide globali di dimensioni senza precedenti, il concetto di sovranità nazionale appare "troppo debole" se limitato a un singolo paese europeo. Questo è uno dei messaggi chiave trasmessi da Mario Draghi, ex presidente del Consiglio italiano e della Banca Centrale Europea, durante un dibattito teletrasmesso dall'Istituto Bruegel a Bruxelles. Draghi ha sottolineato che la sovranità ha senso solo se riferita alla scala europea, evidenziando l'importanza di un'azione collettiva per affrontare le sfide globali.

Durante la presentazione del suo rapporto sul futuro della competitività dell'Unione Europea, Draghi ha stimato che saranno necessari investimenti aggiuntivi nell'ordine di 750-800 miliardi di euro all'anno per ridurre il divario rispetto a Stati Uniti e Cina. Questa stima, calcolata indipendentemente dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea, rappresenta circa il 5% del PIL europeo e, secondo Draghi, è relativamente conservativa.

Draghi ha inoltre ribadito che i singoli paesi europei sono troppo piccoli per affrontare le sfide attuali e che una guerra commerciale con gli Stati Uniti danneggerebbe l'Europa stessa. Durante l'incontro presso il think tank Bruegel, Draghi ha rilanciato le esigenze già poste a inizio settembre, aggiungendo che il protezionismo nei confronti degli Stati Uniti non sarebbe d'aiuto.

Draghi ha evidenziato la necessità di un'azione coordinata a livello europeo per garantire la competitività dell'Unione Europea nel contesto globale, sottolineando che solo attraverso una cooperazione stretta e investimenti significativi sarà possibile affrontare le sfide future.

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