doppiozero 05/06/2020
A chi usava tenere distinto il lavoro del semiologo dai passatempi della vita privata, Paolo amava domandare: perché falciare il prato? Mi sono risuonate in mente, queste sue parole, adesso che Paolo Fabbri non c’è più. Era una guida dietro di noi, come amava ribadire, qualcuno che ci precede per perderci. Paolo non era solo un maestro. Per Paolo la semiotica non era una disciplina come tante altre, non era un lavoro qualunque, poiché si trattava di un progetto di vita.
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