Meloni critica l'approccio dell'UE alle nomine

La premier italiana Giorgia Meloni ha espresso la sua insoddisfazione per l'approccio dell'Unione Europea alle nomine dei vertici. Ha criticato il metodo seguito per la prima volta, che non ha tenuto conto delle nuove forze in campo e ha ristretto il campo delle decisioni.

Dopo una giornata intensa e le comunicazioni in Parlamento, Meloni si è riunita con Antonio Tajani e Matteo Salvini per discutere la situazione. Hanno concordato le mosse in vista del Consiglio europeo, considerando l'ipotesi di un'astensione su Ursula von der Leyen e di modulare i voti sugli altri top jobs.

Meloni ha espresso la sua preoccupazione per l'isolamento crescente dell'Italia e ha criticato l'Europa per averla tenuta ai margini. Ha sottolineato la necessità di un cambiamento di direzione da parte dell'Unione Europea e ha criticato l'approccio "ai caminetti", in cui una parte decide per tutti.

Le nomine per i "top jobs" dell'UE sono state proposte dai negoziatori dei grandi partiti, Ppe, Pse e Alde. Ursula von der Leyen è stata proposta per la presidenza della Commissione, Antonio Costa per la presidenza del Consiglio europeo, e Kaja Kallas per l'Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza.

Meloni ha espresso tutto il suo disappunto per un accordo raggiunto senza coinvolgere l'Italia e senza tener conto del risultato elettorale. Ha chiesto all'Unione europea di "cambiare direzione" e ha criticato il metodo seguito per la prima volta, che non ha tenuto conto delle nuove forze in campo e ha ristretto il campo delle decisioni.

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