Chi nel recente passato aveva deciso di investire sulle scadenze lunghe, oggi si lecca le ferite. I grafici sono penosi. In poche settimane, le perdite raggiungono spesso e volentieri la doppia cifra. Ad esempio, il BTp 2072 è crollato da una quotazione di 62,48 a fine febbraio ai 56,70 centesimi di venerdì scorso: -9,25%! E rispetto ai massimi di dicembre a quasi 68 centesimi, un tracollo del 16,50%.
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Ascolta la versione audio dell'articolo 3' di lettura Bene le banche europee e occasioni interessanti sugli emergenti, oggi più solidi. Sono due delle indicazioni fornite da James Durance, gestore del fondo Fidelity Funds - Global Income Fund. L ’evoluzione del quadro geopolitico e commerciale le posizioni dell’amministrazione americana sui dazi e sul conflitto in Ucraina hanno modificato gli equilibri.
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Con l’inizio del mese di marzo il mercato obbligazionario europeo ha accusato un duro colpo e a farne le spese sono stati, in misura particolare, i rendimenti a lungo termine. Prendendo come riferimento i titoli di stato tedeschi, notiamo che la scadenza a 2 anni è salita dal 2% al 2,18%, mentre il Bund a 10 anni è esploso dal 2,38% al 2,87% con punte al 2,95%. La curva dei tassi è diventata più ripida nell’Eurozona.
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Dopo l’accelerazione al rialzo della scorsa settimana in quella appena conclusa si è assistito ad una ricerca di stabilità. I tassi eurozona si sono appena increspati sul tratto 7-10 anni con il Bund 10 al 2,85% (+2) e l’Irs 10 al 2,73% (+3) mentre le durate inferiori registrano una limatura: Bund 2 anni al 2,18% (-6), Irs 2 anni 2,29% (-5). Analogo movimento sui Btp con il decennale al 4% livello registrato l’ultima volta a fine 2023.
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Dopo la storica ondata di vendite dei titoli governativi europei avvenuta la scorsa settimana, molti strategist e gestori si domandano se le cose non saranno mai più come prima. Che un cambiamento rispetto alla storia recente dei mercati obbligazionari sia in atto lo dimostra il fatto che i rendimenti nell’area euro sono in salita, quelli dei Treasury americani, invece, sono in discesa. E siccome i prezzi si muovono in direzione opposta agli yield, quelli dei Bund, dei BTP e degli altri…
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Bond in stabilizzazione anche oggi ma con volatilità. Il Btp ha infatti tentato in mattinata di portarsi nuovamente sopra il 4% di yield, ma nel pomeriggio l’allarme è rientrato, con lo spread sempre stabile. Man mano che gli stimoli fiscali tedeschi verranno prezzati, il mercato assisterà a un cambiamento strutturale che nel tempo porterà a rendimenti più elevati, prevede Laura Cooper, senior macro strategist di Nuveen.
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La scorsa settimana si è osservato un deciso ritorno di fiamma di elementi in grado di far rialzare i rendimenti a scadenza dei bond, sia governativi che societari. Questo può offrire un interessante punto di entrata in ottica di medio periodo, con una duplice finalità. Puntare a portare a scadenza le obbligazioni, approfittando degli yield di mercato molto più generosi rispetto alle settimane precedenti, oppure posizionarsi in favore di una futura dinamica di calo dei rendimenti a scadenza, una volta digeriti i nuovi elementi di disturbo.
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L'Oceano Atlantico si allarga L’Europa e gli Stati Uniti marciano su rotte opposte non solo per quanto riguarda le azioni e i bond governativi, anche nelle obbligazioni societarie, soprattutto quelle ad alto rendimento (high yield o HY) si sta delineando una divaricazione tra le due sponde dell’Oceano Atlantico. Trump apre gli spread Da una parte, c’è l’indice Bloomberg US Corporate High Yield che ha registrato giovedì la più forte perdita giornaliera in quasi otto settimane.
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La maggioranza degli analisti aveva previsto un calo della redditività per le banche europee nel 2025 dovuto principalmente alla normalizzazione dei margini di interesse netti in seguito alla riduzione dei tassi di interesse. Tuttavia, l’annuncio di un significativo aumento degli stimoli fiscali in Germania e l’impennata dei rendimenti obbligazionari in tutto il continente potrebbero mettere in discussione questa ipotesi e consentire alle banche di sostenere più a…
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