E’ senza dubbio un cortometraggio maschilista e, già per questo, all’estero verrà escluso o emarginato in orari assurdi. Desiderare un viaggio in Calabria per mangiare clementine e fichi appare folle per chi crede in questa possibilità. Ho appena visto CALABRIA TERRA MIA, documentario di Gabriele Muccino per pubblicizzare la Regione nei circuiti turistici internazionali. Non ha senso rappresentare la Calabria priva di un sostrato…
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Calabria terra di chi? Non certo di Gabriele Muccino, che di quella terra amata e maledetta, in primis dai suoi stessi abitanti, probabilmente saprà solo quello che gli stereotipi e i luoghi comuni raccontano da sempre. Gabriele Muccino non solo non risparmia la Calabria e i calabresi dai luoghi comuni, ma lo fa anche in maniera erronea. La Calabria dei paesi fantasma e degli incantevoli paesaggi della Sila, la Calabria della ‘nduja e del Pollino
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Perché ad esempio è così difficile creare collegamenti adeguati, arrivare in aereo a Reggio Calabria o spostarsi in auto o con altro mezzo sulla fascia ionica della regione? Dopo decenni forse sarebbe il momento di capire che tutto ciò non può portarcelo il turista ma, al contrario, dobbiamo crearlo ed offrirlo a noi stessi e agli avventori. Lo scrive Fabio Putortì, presidente Miti unione del Sud.
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E ancora: “Descrive una Calabria dei primi del 900”, “La Calabria non è quella nel video del regista”. Certamente, è lo scriviamo con convinzione, la Presidente Jole Santelli non ha progettato questo disegno con l’intento di gettare fango su quella terra che lei ha amato tanto. Non si placano le polemiche su “Calabria terra mia”. Il cortometraggio di Gabriele Muccino che avrebbe dovuto ritrarre le bellezze della nostra regione, dunque caratterizzare uno spot, continua a far discutere.
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Il vero problema è che, in questo spot, la Calabria appare sbiadita. Manca il vino, è vero, nel corto “Calabria Terra mia” di Gabriele Muccino. – Calabria Terra Mia è lo “spot” che la Regione ha commissionato a Gabriele Muccino, per promuovere le bellezze della Calabria. Qualcun altro dipinge il bergamotto come il vero “Oro della Calabria”: a quale lobby giova questo accostamento? Non con Muccino, bensì con Regione Calabria.
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Promuovere la nostra terra, culla della Magna Grecia e della civiltà occidentale, significa sapere uscire dagli stereotipi e raccontarne le ricchezze storiche e culturali, le bellezze naturalistiche di mare e monti, l’anima e il cuore. Spiega Nino Foti, Presidente della Fondazione Magna Grecia: «Già ieri sera, appena il cortometraggio firmato da Muccino per promozionare la Calabria ha iniziato a fare il giro dei social, ci sono arrivate le…
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Cartoline di un tempo antico, sciupate anche da errori grossolani: come la soppressata con il finocchietto invocata nel film che, in Calabria, non esiste. L’ultimo caso è quello del corto realizzato per la Regione Calabria da Gabriele Muccino, con Raul Bova e Rocìo Muñoz Morales, presentato alla Festa del Cinema di Roma: Calabria, terra mia. Quello che probabilmente immagina chi non vi ha mai messo piede (e, forse, non ha mai messo piede neanche a Roma Sud).
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Si chiama “Calabria terra mia”, il lavoro portato a termine e presentato alla Festa del Cinema di Roma da Gabriele Muccino, per promuovere e valorizzare i prodotti identitari e le bellezze naturali e paesaggistiche della regione. Lo aveva commissionato la scomparsa presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, il cortometraggio che doveva descrivere, illustrare, le bellezze di quella terra aspra, dura, ma bellissima.
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Nel 2014, inizio l'avventura professionale con il quotidiano nazionale "Cronache del Garantista", scrivendo di cronaca giudiziaria. Dal 2002 al 2006 ho lavorato con "La Provincia Cosentina", curando le pagine del calcio dilettantistico. Ora collaboro con Cosenza Channel e due riviste nazionali. Nel 2006 passo al quotidiano regionale "Calabria Ora", successivamente "L'Ora della Calabria", in servizio presso la redazione sportiva.
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FINE. Chiudi Chiudi Chiudi Chiudi. Ora, partendo da quest’ultima perla, ma riferendoci a tutto lo scambio di battute tra lui e lei, e all’uso di quell’infelice verbo che di solito viene adoperato per oggetti e cose inanimate, verrebbe quasi da domandarsi: di cosa parliamo quando parliamo di “unconscious (ma manco troppo) bias”. ), le testimonianze relative alla storia (castelli normanni, anfiteatri greci, musei, chiese e cattedrali, conventi), e testimonianze relative alla cultura: Calabria grecanica? Si compone di 6 pagine, nelle quali si…
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I video non vogliono assolutamente essere ‘presuntuosi’, nè vogliono rappresentare tutta la Calabria ma solo far vedere qualche scorcio calabrese a chi non c’è mai stato e perché no, emozionare qualcuno che qui purtroppo non ci torna da troppo tempo”, conclude. Aveva ragione la cara Jole Santelli -sottolinea- il messaggio che doveva passare era l’amore, a volte basta solo questo, l’amore per la propria terra, l’amore…
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Senza falsi miti e senza primedonne, senza imbrogli e senza retorica». Agostino Pantano. Muccino era stato chiamato per promuovere la Calabria, invece ne ha peggiorato l'immagine. Luoghi comuni a volontà, proprio quelli che dovremmo eliminare per offrire un'altra narrazione della nostra terra. Soprattutto, non ho visto la vera ricchezza della Calabria: i suoi giovani, i loro sorrisi accoglienti, i loro occhi puliti che avrebbero richiamato altrettanti giovani a venire a visitare questa terra meravigliosa.
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In sintesi, potremmo dire che se la linea di comunicazione immaginata per la Calabria è quella rappresentata dal corto realizzato da Muccino, siamo più o meno all’anno zero. Nella sua interezza il video appare come un'emozione soffocata, pronta a raggiungere il suo apice ma interrotta un attimo prima. Una linea di comunicazione orientata alla teoria dell'emozione, in grado di favorire una nuova percezione attraverso lo stimolo dei sensi.
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Interviene anche la Fondazione Magna Grecia che premierà chi saprà raccontare la Calabria «fuori dai clichè e dagli stereotipi di cui abbonda il corto di Muccino». Il cortometraggio “Calabria terra mia” voluto dalla compianta governatrice Jole Santelli e realizzato dal regista Gabriele Muccino si è rivelato una grande delusione. Una committenza sbagliata la richiesta di fare raccontare in tutta fretta a un regista la Calabria in pochi minuti.
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Alla luce di quanto scritto invito tutti a fare un passo indietro e a considerare, con obiettività. A tutto ciò si aggiunge il fatto che doveva essere un ultimo grandissimo omaggio alla presidente Jole Santelli, prematuramente scomparsa. W Jole W la Calabria”. Il corto di Gabriele Muccini “Calabria, terra mia” non ha avuto il successo sperato. Numerose le critiche arrivate da intellettuali, politici, gente comune che lo ha additato come poco veritiero, antico, sicilianizzato…
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Presentato alla Festa del Cinema di Roma, il video commissionato dalla Regione Calabria (costato 1,7 milioni di euro) è stato realizzato con l’obiettivo di valorizzarne il territorio e le ricchezze culturali e storiche. Aver offerto un’immagine stereotipata che getta fango sulla reputazione di un luogo, che ha ben altro da offrire. Il regista de “La Ricerca della Felicità” si giustifica però, ammettendo di non essere Alberto Angela: “Io non ho fatto un documentario sulla Calabria.
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Forse si preferiva invece che Muccino raccontasse, con le immagini, le immense distese di rifiuti che si accumulano nelle zone più varie di paesini e capoluoghi. Poi mi accorgo che alla Calabria è associato il nome del regista Gabriele Muccino, che alla Festa del cinema di Roma ha presentato un corto dedicato alla mia regione, titolo Calabria terra mia. Protagonisti Raoul Bova, nato a Roma ma di origini calabresi, e la compagna, l’attrice spagnola Rocío Muñoz Morales.
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Pitaro “interroga” Spirlì e la Giunta regionale sul corto di Muccino Il capogruppo del Misto chiede chiarimenti sugli obiettivi che la Regione si poneva con l’opera finanziata «con una cifra enorme! In base a quali parametri e/o valutazioni, se non dovesse esserci stato alcun ricorso a consulenze specifiche, il responsabile del relativo procedimento amministrativo ha reputato congrua la somma di 1milione e 700mila euro per sei minuti reali di filmato?».
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Detti obiettivi discendono da desideri soggettivi ed astratti o sono invece l’esito della consultazione formale di competenze specifiche? Raoul Bova nel cortometraggio Calabria terra mia. Tempo di lettura 2 Minuti. CATANZARO – “Quali obiettivi la Regione si proponeva di conseguire commissionando il cortometraggio Calabria terra mia? Alla luce di tutto questo – conclude Francesco Pitaro – chiedo se la…
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LEGGI ANCHE Raoul Bova dimagrito di 20 chili: la trasformazione dell'attore sul red carpet della Festa del Cinema di Roma. Sui social, da un paio di giorni, la polemica impazza. Video che essendo costato 1,7 milioni di euro dovrebbe, quanto meno, essere efficace e convincente, cioè richiamare turisti e visitatori. Bene, non basta un regista con credenziali hollywoodiane – al secolo Gabriele Muccino – per girare un buon video promozionale su una regione difficile e tormentata…
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L’asino è sicuramente un tocco di classe, gli agricoltori calabresi lavorano ancora come settant’anni fa secondo Muccino e lo evidenzia perfettamente. Questa volta però, Muccino ha ricevuto molte critiche sul suo ultimo lavoro Calabria Terra Mia, un cortometraggio di 8 minuti in cui valorizza la regione… o almeno così avrebbe dovuto fare. Gabriele Muccino, ti sveliamo un segreto, piove anche in Calabria e arriva il freddo e l’inverno anche qui.
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Sig. Muccino, ma lo sa che in Calabria abbiamo eccellenti imprenditrici e professioniste, che sanno gestire “casa e bottega”, come già facevano le loro nonne? «Il corto di Muccino e l’“oro” nascosto della Calabria» di Anna Pizzimenti* Stampa articolo. Condividi su. . . . . 22 ottobre 2020. Mentre sorseggio il caffè, sul mio cellulare compare una notifica: il link a cui accedere per vedere il corto di Muccino.
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Certo, un tablet era una cosa sorprendente, sul tavolo di legno ingombro di agrumi, peperoncini e carte da gioco. Ho mostrato il corto di Muccino ai miei parenti. Non possiamo nemmeno provare a elencare, tra bergamotti e tovaglie a quadretti, bici e filari, tutta la Calabria che non c’è, nel corto. Al grido di: «Dove vuoi che ti porto, amore?» (Nella Calabria vera, verrebbe da rispondere). Mangiando fichi e clementine (due frutti che di solito non s’incontrano tra loro, nel mondo reale, ma possono farlo nel mondo dorato del Photoshop).
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Muccino ha cercato di proporre una sorta di oleografia, le cui componenti fondamentali sono il mare, il sole, gli agrumi; tuttavia non sembra uno spot sulla Calabria. Ma Muccino non è Pasolini e non gli è nemmeno richiesto. Eppure esso soffre di mediterraneismo, dal momento che ritroviamo pienamente nel corto alcune sue caratteristiche: estetizzazione, sospensione del tempo storico, omogeneizzazione delle differenze, per esempio.
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Nessun riferimento al congiuntivo sbagliato ma Muccino risponde a chi critica l’asinello o la coppola: “l’asinello c’era veramente, e io l’ho filmato e la coppola anacronistica? “Se intrattieni ed emozioni – spiega Muccino – riesci anche a creare il desiderio di venire a conoscere ed esplorare questa terra. Quel congiuntivo sbagliato, la coppola, l’inflessione calabrese che sembra siciliana, i riferimenti anacronistici; il regista romano difende il suo lavoro “Calabria Terra Mia”.
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Calabria terra mia, il corto di Gabriele Muccino dedicato alle bellezze della regione, è finito sotto accusa – da parte degli stessi calabresi – per i presunti cliché e l’immagine arcaica che viene proposta di quel territorio. Ecco il corto Calabria terra mia: «Io non ho fatto un documentario sulla Calabria, il mio non era un reportage», ha dichiarato a Adnkronos. Commissionato dalla presidente della regione Jole Santelli, scomparsa lo scorso 15 ottobre, e costato 1,7 milioni di euro, lo spot è stato presentato…
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È ovvio, non poteva essere diversamente, che il regista Gabriele Muccino difendesse lo spot pubblicitario sulla Calabria, e ne spiega il perché della scelta. Ogni artista, però offre alla critica la sua opera, e, quasi sempre, non accetta quando non è positiva. In Calabria, e non solo, molti ritengono il suo pregevole lavoro estetico, tecnico, ecc., non confacente allo scopo e alterante la realtà.
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La finalità ultima per me, secondo il mandato di Jole, era quella di far venire voglia di conoscere la Calabria. Commenta così Gabriele Muccino all’Adnkronos le critiche “piovute” addosso al cortometraggio che il regista ha presentato alla festa del Cinema di Roma, commissionato dalla regione Calabria per raccontare le bellezze della regione. «Se intrattieni ed emozioni -spiega Muccino- riesci anche a creare il desiderio di venire a conoscere ed esplorare questa terra.
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Secondo Gioacchino Criaco, autore del libro Anime Nere, Calabria terra mia è un “lavoro artisticamente incommentabile”. Criaco aggiunge anche che Calabria terra mia “è esattamente il contrario di quello che Jole Santelli voleva ottenere”. Nessun cibo caratteristico calabrese, nessun vino, nessun riferimento ai luoghi della storia calabrese, ai suoi siti archeologici, a Tommaso Campanella. Anche Ulderico Nisticò, docente e storico, autore di numerosi libri sulla…
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Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, abilitare i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie. Fortemente voluto da Jole Santelli, la governatrice della Calabria recentemente scomparsa, il video racconta il viaggio di una coppia in Calabria, seguendo il filo conduttore dei frutti simbolo della regione: bergamotti, arance, clementine e fichi. Ciò accade perché la funzionalità / i contenuti contrassegnati come “Google Youtube”…
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