Scampia affronta la tragedia del crollo della Vela Celeste

Nove anni fa, la Vela Celeste di Scampia avrebbe dovuto essere sgomberata. C'era un'ordinanza, ma non è mai stata eseguita. Questa negligenza ha portato a una tragedia che ha scosso la comunità di Scampia e ha sollevato domande sulla manutenzione e la sicurezza degli edifici.

Nel 2015, l'allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, aveva firmato un'ordinanza di sgombero per 159 appartamenti del blocco B di Scampia, dove vivevano circa 600 persone. La decisione era stata presa a causa di un "quadro estremamente allarmante" emerso da una relazione di un dirigente comunale. Tuttavia, l'ordinanza non è mai stata eseguita.

Lunedì sera, un ballatoio della Vela Celeste è crollato, causando tre vittime e diversi feriti, molti dei quali sono ancora in ospedale. Tra le vittime ci sono soprattutto bambini. La comunità di Scampia è in lutto e prega per i feriti e per coloro che hanno perso la vita a causa del crollo.

In risposta alla tragedia, la Curva A ha espresso il suo dolore per le vittime con uno striscione che dice: "Il nostro dolore per le vittime di Scampia...quella vela era anche casa mia!". Questo messaggio di solidarietà è apparso davanti alla Vela Celeste, dimostrando il forte legame della comunità con l'edificio e le persone che vi abitavano.

Giovedì, centinaia di persone sono scese in strada a Scampia per una fiaccolata in ricordo delle vittime del crollo. Il corteo è partito dalla sede locale dell'Università Federico II, dove ha trovato riparo la maggior parte degli sfollati, ed è arrivato proprio alla Vela Celeste. Durante la fiaccolata, la comunità ha pregato per i feriti e per chi ha perso la vita a causa del crollo.

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